Lunedì 16 Giugno 2025

La parola del giorno: “epistocrazia”

L'articolo esplora l'evoluzione del concetto di democrazia, introducendo l'idea di epistocrazia come forma di governo basata sulla conoscenza

EPISTOCRAZIA

È dall’epoca di Platone che ci interroghiamo sul concetto di democrazia, che nel corso dei millenni ha assunto connotati più ampi o più restrittivi, privilegiando le urgenze e le sensibilità acuite nel corso dei secoli. Non a caso si parla di “forme di democrazia”. Il termine ha origine dal greco antico δ ed etimologicamente significa “governo del popolo”. In Europa la parola democratia comparve per la prima volta nel 1260, quando fu pubblicata la traduzione in latino del trattato la ’Politica’ di Aristotele, curata dai monaci domenicani.

E sempre dal greco arriva anche ’epistocrazia’ (epistème, “conoscenza” e dal suffisso krátos, “potere, governo”). È un neologismo che indica una forma di governo in cui il diritto di voto è subordinato alla conoscenza degli argomenti, senza porre limiti di censo o titolo. I sostenitori dell’epistocrazia cercano di superare i problemi come l’ignoranza degli elettori su temi complessi e la manipolazione da parte di chi ha interessi personali. Credono che decisioni politiche migliori verrebbero prese da persone informate e competenti. Il termine è stato coniato da David Estlund e teorizzato da Jason Brennan nel libro ’Against Democracy’. La forma di governo epistocratica invoca il potere di quanti si pongono il problema della conoscenza e del riuscire ad acquisire strumenti e mezzi intellettuali per comprendere, scegliere e decidere il destino proprio e di tutti gli altri.

A cura di Olga Mugnaini