Whirlpool, operai bloccano autostrada a Napoli: licenziamenti dal 1° luglio

Dopo l’incontro tra l’azienda, il Mise e i sindacati, la multinazionale ha confermato quanto temuto dagli operai, che questa mattina avevano protestato allo svincolo di San Giovanni a Teduccio

Il blocco stradale di oggi

Il blocco stradale di oggi

Napoli, 23 Giugno 2021 – Oggi, 23 giugno 2021, si è tenuto l’incontro tra Whirlpool e il governo per parlare del futuro dello stabilimento di Napoli: la multinazionale americana ha deciso di chiuderlo ormai due anni fa scatenando le proteste degli operai. La vertenza tra le parti va avanti infatti dal 2019.

Questa mattina, a poche ore dal tavolo convocato per il pomeriggio tra l’azienda, il ministero dello Sviluppo economico, le organizzazioni sindacali, il comune di Napoli, Invitalia e il ministero del Lavoro, i lavoratori della fabbrica di via Argine hanno bloccato l’autostrada all’altezza dello svincolo di San Giovanni a Teduccio in segno di protesta.

Pronti i licenziamenti. Todde: “Nuovo incontro entro il 30 giugno”

Gli operai questa mattina hanno chiesto infatti di fare chiarezza sul destino del sito produttivo e dei suoi impiegati. Ma a Roma - sede dell’incontro in videoconferenza presieduto da Alessandra Todde, viceministra dello Sviluppo economico, tenutosi in contemporanea con la protesta e con lo sciopero di 8 ore e il blocco delle produzioni in tutti gli stabilimenti Whirlpool proclamato da Fim, Fiom e Uilm -, Whirlpool ha confermato che avvierà le procedure di licenziamento collettivo a partire dal prossimo 1° luglio.

L’azienda si è detta però disponibile a supportare il processo di reindustrializzazione, sostenendo l'eventuale acquirente. L'avvio della procedura di licenziamento 75 giorni di tempo per trovare un accordo tra le parti. Una volta scaduti, in assenza di tale accordo, la fine del contratto scatterebbe da metà settembre. E fino ad allora, sempre secondo quanto si apprende, lo stipendio dei lavoratori sarebbe coperto interamente da Whirlpool, senza accedere ad ammortizzatori sociali. “All'azienda ho richiesto di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione e di evitare decisioni unilaterali come l'apertura di una procedura di licenziamento” ha affermato Todde al termine del tavolo, facendo sapere che un nuovo incontro sarà convocato prima del 30 giugno. La viceministra assicura di continuare a lavorare "per una soluzione seria".

Tibaldi, Fiom: “No a licenziamenti, qua per soluzioni di rilancio”

Presente al tavolo al Mise anche Barbara Tibaldi, segretaria nazionale della Fiom-Cgil e responsabile del settore elettrodomestico: “A Whirlpool chiediamo chiarimenti – ha detto -. È un gruppo fondamentale e strategico, se siamo davvero un Paese strategico devono dimostrarlo. Noi siamo al tavolo e non rifiuteremo un confronto per trovare soluzioni al rilancio del gruppo. Per noi però, a differenza dell'azienda, il confronto finisce nel momento in cui Whirlpool avvia la procedura di licenziamento”.

Tibaldi ha stimolato poi anche l’intervento del Governo: “Auspichiamo anche che ci siano provvedimenti da parte del Governo che portino a soluzione i tavoli di crisi, ma se l'azienda vuole davvero continuare il confronto deve ritirare la procedura di licenziamento e il governo deve garantire la legittimità di questo tavolo bloccando comportamenti irrispettosi e scorretti. Il governo deve sapere che se non proroga il blocco dei licenziamenti le crisi si risolveranno così, altro che virtuosismi”, ha concluso.

De Magistris: “Governo poco autorevole”

Sul tema sono arrivate le parole anche del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, intervenuto a Tagadà, su La7. Dichiarazioni quelle del primo cittadino partenopeo che hanno nel mirino l’attuale esecutivo, giudicato troppo poco autorevole nei confronti della multinazionale Whirlpool: “Questo forse è il Governo più forte che abbiamo per numeri e autorevolezza eppure le parole sono al vento come quelle di prima – ha detto -. Questa è la testimonianza di come la politica nazionale non riesce a passare dalle parole ai fatti. Non riesco a capire perché in questo Paese assume maggiore autorevolezza una multinazionale rispetto a un Governo davanti a un accordo firmato e non rispettato. Un Governo autorevole infatti deve imporre il rispetto del patto”.