Voto di scambio, de Magistis attacca: "Manfredi non poteva non sapere, ha scelto Lanzotti"

Lanzotti è stato rinviato a giudizio per voto di scambio, la sua nuova lista è in maggioranza con due consiglieri e un assessore

Stanislao Lanzotti

Stanislao Lanzotti

Napoli, 24 ottobre 2021 – Non passa sotto silenzio la presenza in maggioranza della lista di Stanislao Lanzotti, l’ex capogruppo di Forza Italia rinviato a giudizio per voto di scambio, aggravato dal metodo mafioso. Ad accendere i riflettori sulla vicenda è l'ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che ritiene “inopportuna” la presenza di Lanzotti, fondatore della lista "Azzurri per Napoli", nella maggioranza a sostegno del nuovo sindaco Gaetano Manfredi. “L'indagine e i fatti erano ben noti, Manfredi non poteva non sapere. Ha scelto”, commenta de Magistris.

La lista Azzurri – che alle urne si è presentata con il simbolo “Azzurri-Noi Sud-Napoli Viva” e nella quale sono confluiti ex politici di Forza Italia ed esponenti di Italia Viva alle elezioni ha ottenuto il 5,44%, portando due eletti in consiglio comunale e un assessore nella giunta appena nominata da Manfredi: Vincenzo Santagada, titolare delle deleghe alla Salute e al Verde. Nomina arrivata il giorno prima che venissero resi noti i 25 rinvii a giudizio, tra cui figura anche Lanzotti - che a questa tornata elettorale non si è candidato - al termine di un’inchiesta sul voto di scambio partita dagli esiti elettorali delle elezioni amministrative del 2016, che ha coinvolto politici, imprenditori e appartenenti ai clan di Secondigliano.

"La questione morale si pratica, non si predica. Sono sempre stato garantista - spiega de Magistris - la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva vale per tutti. Anche per Stanislao Lanzotti, consigliere comunale per Forza Italia nella precedente consiliatura, rinviato a giudizio per voto di scambio aggravato dal metodo mafioso, per fatti che sarebbero accaduti durante le elezioni del 2016, quando divenni sindaco con una coalizione alternativa, ovviamente, a quella di Lanzotti. Le carte delle indagini rivelano fatti davvero inquietanti e gravi sui rapporti tra camorra e politica, il tutto per cercare di ostacolare con questi metodi la nostra vittoria. Rammarica che il sindaco Manfredi non abbia esitato ad avere nella sua maggioranza una lista, anche forte e rilevante per la sua vittoria, Azzurri, ideata e promossa proprio dal Lanzotti. Il garantismo rimane, l'inopportunità anche", conclude l'ex sindaco di Napoli.

Le reazioni della politica

Immediata la difesa di Lanzotti, a scendere in campo nomi di peso, sostenitori della lista Azzurri. "È davvero risibile che Luigi de Magistris, dopo aver devastato Napoli per 10 anni, faccia la morale a Stanislao Lanzotti – dicono, in una nota congiunta, l’ex ministro Paolo Cirino Pomicino, la deputata Erminia Mazzoni (braccio destro di Clemente Mastella, rieletto sindaco di Benevento) e Giuseppe Gargani – perché rinviato a giudizio per voto di scambio a sei anni di distanza dai fatti. Lanzotti, impegnato oggi a costruire un partito regionale popolare e liberale, non si è candidato nelle ultime elezioni comunali secondo un costume antico sconosciuto all'ex sindaco di Napoli, rimasto peraltro al suo posto dopo una condanna per abuso di ufficio, che ha invece candidato nella sua lista calabrese Domenico Lucano, già sotto processo e condannato poi a 13 anni. Guasconi senza cultura e senza pudore sono il vero dramma del mezzogiorno".