Giovedì 18 Aprile 2024

Voli cancellati per Covid, famiglia di Capri bloccata in Kenya per 2 mesi: risarcita

Il giudice di pace ha imposto il risarcimento alla compagnia aerea, che ha lasciato senza assistenza i genitori e due figli di 5 anni e 19 mesi. Altri contenziosi nel Napoletano

Il banco del check-in in aeroporto

Il banco del check-in in aeroporto

Napoli, 27 aprile 2022 – Viaggi aerei annullati, una famiglia di Capri si ritrova bloccata in Kenya per due mesi. È finita con una vittoria la battaglia legale avviata contro la Kenya Airways, la compagnia aerea costretta a risarcire il danno per inadempimento al contratto e mancata assistenza. Partita per una vacanza prima dell’emergenza sanitaria, nel 2020 una famiglia di quattro persone – composta dai genitori e da due minori, di cinque anni e 19 mesi – ha vissuto una vera odissea.

Viaggi da incubo: 

"Tanti viaggiatori capresi in difficoltà"

A disporre il risarcimento di 5mila euro è stato il giudice di pace di Capri, il quale "ha accertato e riconosciuto la responsabilità contrattuale ed extracontrattuale” della compagnia aerea, che avrebbe invece dovuto avvertire la famiglia per tempo degli annullamenti dei voli e dirottarli su aerei di altre compagnie. "Abbiamo assistito e difeso in questi anni di grande difficoltà molti viaggiatori capresi che si sono visti negare diritti sanciti dalla legislazione comunitaria e internazionale, nonché dal codice civile e della navigazione", sottolinea Teodorico Boniello, responsabile della sede locale dell'Unione Nazionale Consumatori.

Cosa è successo: i fatti

La famiglia caprese era atterrata in Kenya, con un volo di andata e ritorno da Roma per Mombasa, per un viaggio di piacere nel febbraio del 2020, ancor prima che scoppiasse l'emergenza Covid, per poi rimanere bloccata per due mesi a causa dell’annullamento a raffica dei voli di ritorno. Una volta riuscita rientrata in Italia, la famiglia si era rivolta all'Associazione nazionale dei consumatori, in via extragiudiziale, per ottenere quanto meno il rimborso dei titoli di viaggio cancellati. La Kenya Airways aveva negato ogni responsabilità e non aveva voluto, in alcun modo, nonostante i numerosi reclami, anche di richiesta assistenza, riconoscere alcun rimborso.

Quando il Governo italiano ha disposto alcune misure interdittive alla mobilità sul territorio, la compagnia aerea africana ha iniziato, senza alcuna comunicazione preventiva, a cancellare di giorno in giorno voli verso l'Italia, in maniera indiscriminata e senza alcun provvedimento che lo giustificasse. Poi, restrizioni alla mobilità verso l'Italia sono state prese anche dal governo kenyota, ma non verso altri paesi d'Europa, dove i collegamenti aerei erano regolari, e Kenya Airways si sarebbe disinteressata totalmente della sorte dei passeggeri, titolari di regolare contratto di trasporto. Per il giudice di pace, “se la compagnia avesse comunicato preventivamente le cancellazioni che arbitrariamente stava effettuando, con ogni probabilità i consumatori si sarebbero potuti imbarcare anzitempo”. In ogni caso, era obbligata, utilizzando anche altre tratte da essa non operate, a permettere ai passeggeri di raggiungere il luogo di destinazione indicato sul titolo di viaggio acquistato.

La battaglia per il risarcimento danni

A quel punto è scattato il secondo round della battaglia. E così, il giudice di pace ha riconosciuto il risarcimento, "in quanto, se la compagnia avesse comunicato preventivamente le cancellazioni che arbitrariamente stava effettuando, con ogni probabilità i consumatori si sarebbero potuti imbarcare anzitempo”. In ogni caso, secondo il giudice, la compagnia aerea “era obbligata a riproiettare i passeggeri anche su altre tratte da essa non operate, al fine di raggiungere il luogo di destinazione e non di essere materialmente bloccati a distanza di migliaia e migliaia di chilometri da casa".

La società Kenya Airways dovrà quindi risarcire il danno subito dalla famiglia “per aver contravvenuto agli obblighi nascenti dal contratto di trasporto aereo” e quelli derivanti dal regolamento europeo del 2004 e dalla convenzione di Montreal del 1999, “in occasione dell'arbitraria, e non giustificata, cancellazione del volo di ritorno ed ha condannato la compagnia al risarcimento del danno in 5mila euro".

Gli altri precedenti

Il giudice di pace Ernesto Di Raio aveva già dato ragione, nel 2020, un'altra famiglia di Napoli - genitori con un figlio minore – contro Iberia Airline, disponendo il rimborso dei biglietti aerei, andata e ritorno, Napoli-Santo Domingo, partenza il 25 febbraio con rientro il 10 marzo. I viaggiatori avevano scalo programmato a Madrid, ma da qui, dopo essere giunti in ritardo per un ritardo nella partenza del volo non giustificato, anziché essere mandati a Napoli, sono stati riprogrammati per Parigi-Orly, dove sono stati lasciati senza assistenza.

La compagnia è stata condannata a pagare una sanzione pecuniaria per inadempimento contrattuale di 1.800 euro, cui sono state aggiunte 598 euro per quanto pagato per raggiungere con mezzo alternativo la meta finale del viaggio, Napoli – con un pernottamento a Parigi, le spese di treno, albergo e taxi – e altri 800 euro per il danneggiamento del loro bagaglio.

Lo stesso giudice caprese contro Vueling Airline per un volo cancellato sulla tratta Napoli-Barcellona del 17 marzo 2020 (il 9 marzo in Italia veniva dichiarato il lockdown) ha disposto la restituzione di 123 euro. Il giudice di pace Francesco Rossi, ancora contro Iberia contumace, ha emesso nel 2021 una sentenza di risarcimento per un volo Buenos Aires-Napoli con scalo Madrid del 13 aprile 2021 annullato due giorni prima, non riprogrammato né smistato ad altre compagnie: solo una nuova prenotazione e un biglietto per il 29 aprile, ma in quella data, l'aeromobile aveva overbooking e quindi il danneggiato non è riuscito a partire se non acquistando un altro biglietto con Klm: 1200 euro per la cancellazione del volo e il mancato imbarco nell'altro, 580 euro per il viaggio non usufruito, 75 euro per l'upgrade necessario e 273 euro per il terzo volo, più una indennità di mille euro per un ammontare complessivo di 3.128 euro, oltre al pagamento delle spese.