Mercoledì 24 Aprile 2024

Uomo dato alle fiamme nel Napoletano: c'è un fermo. L'ipotesi dietro l'aggressione

Nicola Liguori stava videochiamando la fidanzata in strada a Frattamaggiore quando è stato corsparso di benzina. Il presunto aggressore si chiama Pasquale Pezzella ed è accusato di tentato omicidio volontario, con l'aggravante della premeditazione

Agenti della Polizia

Agenti della Polizia

Napoli, 4 luglio 2022 - C'è un fermo riguardante il caso dell'uomo dato alle fiamme a Frattamaggiore, comune nel Napoletano, mentre stava vidochiamando la fidanzata. Si chiama Pasquale Pezzella il soggetto fermato nella notte per l'aggressione di Nicola Liguori. Il reato contestato dalla Procura di Napoli nord è quello di tentato omicidio volontario, con l'aggravante della premeditazione. Pezzella si trova nel carcere napoletano di Poggioreale in attesa dell'udienza di convalida.

L'inchiesta, coordinata dal capo della Procura Maria Antonietta Troncone, è partita ieri ed ha subito portato a un risultato. Secondo le ricostruzioni fornite dopo le indagini (ancora in corso) degli investigatori della squadra mobile della Questura di Napoli e del commissariato di Frattamaggiore, l'ipotesi concreta è che l'aggressione sia scaturita dopo il furto di uno scooter. Nicola Liguori è ricoverato nel reparto grandi ustionati dell'ospedale di Bari e rischia la vita. Secondo quanto riferito in una nota della Procura, ha riportato ustioni di terzo grado sul 45% del corpo e ferite sulle gambe e sulle braccia, sulla regione lombare, sui glutei, schiena, dorso e sul fianco.

La ricostruzione dell'aggressione

Nicola Liguori, 39 anni, si trovata per strada a Frattamaggiore, impegnato in una videochiamata con la fidanzata, quando improvvisamente è stato cosparso di benzina e dato alle fiamme. Secondo quando riferito dal fratello, la vittima dell'aggressione sarebbe riuscita a dire il nome dell'aggressore, "Pasquale", prima di perdere i sensi. Fra Nicola Liguori e Pasquale Pezzella ci sarebbero stati degli attritti in passato, l'ultimo riconducibile probabilmente al furto di uno scooter che, secondo l'ipotesi degli inquirenti, Pezzella imputava fosse stato commesso da Liguori. Per le indagini gli inquirenti si sono avvalsi anche dell'individuazione fotografica, di ispezioni informatiche e della raccolta di informazioni dalle banche dati della polizia.