Ugo Russo, baby rapinatore ucciso dal carabiniere, il pm: "Omicidio volontario"

Il 15enne fu colpito da un proiettile sparato dal carabiniere in borgese al quale aveva tentato di rubare l'orologio. Parla il papà della giovane vittima

Napoli, 2 novembre 2022 - Indagini concluse. L'accusa potrebbe cambiare a breve. Da legittima difesa a omicidio volontario, con le aggravanti di aver approfittato delle circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la difesa, dell'abuso di potere e di aver commesso il delitto ai danni di un minore. 

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Morte di Ugo Russo, carabiniere a giudizio per omicidio volontario

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Ci sono voluti due anni e mezzo, ma la perizia balistica disposta dalla Procura di Napoli ha ricostruito quanto è accaduto nella notte tra il 29 febbraio e il primo marzo 2020 a Napoli, quando Ugo Russo, 15 anni venne ucciso da un giovane carabiniere libero dal servizio e in compagnia della fidanzata al quale aveva tentato di rapinare l'orologio. Il militare reagì sparando. 

Quattro colpi di pistola, uno mortale 

Da quanto emerso il militare, oggi 26enne e in servizio al Nord Italia, ha sparato quattro colpi di pistola, due da distanza ravvicinata e due quando Ugo, già ferito alla spalla, era in fuga verso lo scooter guidato dal complice. Uno dei proiettili lo raggiunto sotto lo sterno, l'altro alla testa, uccidendolo, mentre un quarto non è andato a segno. L'inchiesta è ora chiusa. 

Gli spari alle spalle 

Ed è proprio attorno alla seconda fase degli spari a cui fanno riferimento gli inquirenti, quella in cui Ugo, dopo esser stato colpito una prima volta, tenta la fuga e viene ferito ancora mentre è di spalle, e questa volta mortalmente, che si svilupperà l'eventuale processo che la difesa del carabiniere, gli avvocati Enrico Capone e Mattia Floccher, definisce "un processo tutto tecnico".

Cosa è successo

Ugo Russo fu ucciso durante un tentativo di rapina a mano armata ai danni di un carabiniere di 23 anni in borghese mentre era in auto con la fidanzata. L'obiettivo era l'orologio Rolex che il militare dell'Arma aveva al polso.

Il fatto si è consumato nella notte tra il 29 febbraio e il primo marzo di due anni fa in via generale Orsini, dietro il lungomare di Napoli. Il baby rapinatore aveva una pistola giocattolo ed era a bordo di uno scooter con un complice. I genitori e il comitato Vita e Giustizia per Ugo hanno chiesto in tutto questo tempo di fare luce sullo stato delle indagini ora concluse. 

Comitato per Ugo Russo
Comitato per Ugo Russo

Il papà di Ugo Russo: "Continuiamo a chiedere giustizia e verità"

"Rispettiamo le conclusioni a cui è pervenuto il Pm, fermo restando che non le condividiamo e siamo certi di dimostrare durante il processo una versione alternativa - dice Floccher - ovviamente abbiamo anche noi i nostri consulenti tecnici. Il colpo alla testa c'è stato, il problema è capire quando è partito questo colpo".

"Per la mia famiglia, per mia moglie e i miei altri figli, sono stati e sono anni difficilissimi", sottolinea a caldo Enzo Russo, padre del quindicenne. "Abbiamo sopportato il dolore della perdita di Ugo insieme a pressioni e insulti di ogni tipo perchè continuiamo a chiedere giustizia e verità. Abbiamo ricevuto anche tanta solidarietà da chi pensa che la giustizia debba valere per tutte e tutti", spiega. 

"Nulla potrà restituirci Ugo - aggiunge Russo - ma ora chiediamo che il processo arrivi presto. Abbiamo bisogno della completa verita'". Ora la difesa avrà 20 giorni per presentare memorie difensive. Poi la palla passa al Gip che dovrà decidere per l'eventuale rinvio a giudizio. 

Sull'omicidio di Ugo Russo, Zero Calcare ha realizzato il fumetto "Strati. La storia che nessuno vuole sentire". Alla  presentazione a Napoli, avevano partecipato un migliaio di persone che avevano raggiunto  piazza Montecalvario ai quartieri spagnoli con striscioni per chiedere verità e giustizia sulla morte del 15enne.