Venerdì 19 Aprile 2024

Tredicenne morto a Gragnano: il cellulare di Alessandro sotto la lente dei pm

Si scava nel telefono del giovane: proprio i messaggi trovati in chat hanno spinto gli investigatori a ipotizzare il reato di istigazione al suicidio

l palazzo di Gragnano dove un 13 enne si  suicidato per bullismo a Napoli

l palazzo di Gragnano dove un 13 enne si suicidato per bullismo a Napoli

Napoli, 13 settembre 2022 - Proseguono le indagini sulla morte di Alessandro, si scava nel suo telefono alla ricerca di indizi che confermino o smentiscano cyber-bullismo. Un’ipotesi per la quale gli investigatori avrebbero già trovato una serie di riscontri oggettivi, accanto alle testimonianze di familiari e amici di Alessandro.

Indagati a piede libero sei giovanissimi, tra cui due maggiorenni. I primi messaggi di insulti, minacce e inviti a togliersi la vita sarebbero partiti dall’ex fidanzatina attraverso una chat. 

I messaggi in chat

L'attesa è per domani 14 settembre. Le copie forensi dei dispositivi (telefono cellulare e computer) appartenenti al giovane di appena 13 anni precipitato nel vuoto e morto, a Gragnano (Napoli), lo scorso primo settembre, si svolgeranno negli uffici della Procura di Torre Annunziata (Napoli). Alle operazioni, delegate dagli inquirenti a un consulente, assisterà anche un perito nominato dai due legali dalla famiglia della giovanissima vittima, gli avvocati Mario D'Apuzzo e Giulio Pepe. 

I periti dovranno estrapolare le conversazioni in chat avvenute tra i tredicenne e i sei indagati. Si tratta di accertamenti ritenuti particolarmente importanti in quanto sono stati proprio i messaggi trovati su una chat a spingere gli investigatori a ipotizzare il reato di istigazione al suicidio nei confronti di sei giovanissimi (tra cui figurerebbe la ex fidanzatina del 13enne), alcuni risultati imparentati tra loro. 

La prima ipotesi: un incidente

Inizialmente, infatti, si era ritenuto che la morte del ragazzo fosse stata causata da un incidente domestico: secondo una prima ipotesi, infatti, il 13enne, che, come riferisce uno degli avvocati, non aveva mai manifestato disagi alla famiglia, sarebbe caduto nel vuoto dal quarto piano del palazzo dove abitava mentre cercava di sistemare una antenna.

Pista ben presto abbandonata dagli inquirenti: il sequestro del cellulare di Alessandro aveva portato alla luce una spirale di insulti e minacce che avrebbero indotto il tredicenne al suicidio.