Tina Rispoli, assolta dai giudici del Riesame: "Non ha legami con il clan Marino"

Respinta la richiesta del carcere per Tina Rispoli, moglie del neomelodico Tony Colombo, vedova del boss di Secondigliano Gaetano Marino

Trombettisti al matrimonio di Tony Colombo e Tina Rispoli

Trombettisti al matrimonio di Tony Colombo e Tina Rispoli

Napoli, 11 marzo 2022 - "Non ha legami con il clan", niente carcere per Tina Rispoli. Assolta dal Tribunale del Riesame di Napoli che ha rigettato l'appello presentato dalla Procura di Napoli relativamente alla richiesta di una misura cautelare in carcere nei confronti di Immacolata Rispoli, detta Tina per l'accusa di associazione mafiosa. "La decisione della XII sezione penale - Collegio D - del Tribunale del Riesame", sottolineano i legali della donna, gli avvocati napoletani Carmine Foreste e Fiorita Nardi, sancisce "l'estraneità della Rispoli dall'associazione camorristica denominata Clan Marino". 

Tina Rispoli, adesso moglie del noto cantante neomelodico Toni Colombo, era la consorte di Gaetano Marino, fratello del boss Gennaro Marino, elemento di spicco dell'omonimo clan di Secondigliano, ucciso in un agguato a Terracina il 23 agosto 2012.

Rispoli: "Ho sempre creduto nella giustizia"

"Da molti anni grido la mia estraneità, - commenta l'interessata - ho sempre creduto nella giustizia, ed oggi è per me un giorno importante, finalmente la verità è venuta a galla, la magistratura italiana, ancora una volta ha sancito la mia totale estraneità da vicende criminali e ha collocato la mia persona nella giusta posizione, ero semplicemente la moglie di Gaetano Marino, nient'altro al di fuori di questo. Credo nella giustizia e continuerò a farlo con la sicurezza di una persona onesta e per bene. Ringrazio mio marito Toni Colombo e i miei tre figli per la forza e il sostegno, loro sono l'unica famiglia a cui appartengo". 

Le accuse di riciclaggio

Lo scorso 21 dicembre 2021 la Squadra Mobile di Napoli ha eseguito nei confronti della coppia un decreto di sequestro emesso dal gip (80mila euro in contanti, un appartamento, due box e due auto), su richiesta della DDA (successivamente confermato dal Riesame) che ipotizza, a vario titolo, i reati di riciclaggio e di trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo mafioso. Accuse dalle quali agli indagati ora non resta che difendersi nell'ambito del processo.