Terrorismo, a Napoli truffa delle carte di credito per finanziare frange arabe / VIDEO

Documenti falsi usati per aprire conti intestati ad arabi, con 248mila euro di transazioni finanziavano il terrorismo. I soldi venivano spostati dai "money mule" verso l'estero

Le indagini

Le indagini

Napoli, 13 ottobre 2021 – Sgominata una banda di truffattori pakistani, “titolari” di carte di identità contraffatte. I documenti, tutti con la stessa foto e nominativi diversi, che servivano ad aprire conti correnti intestati a persone di origine araba, si pensa appartenenti a una frangia terroristica. Sette le persone arrestate dalla Guardia di Finanza di Napoli, l’ipotesi è che la truffa servisse a finanziare gruppi terroristici internazionali. Le indagini, coordinate dalla Sezione antiterrorismo della Procura di Napoli, sono partite da alcune segnalazioni di operazioni sospette e dalle conseguenti attività finalizzate alla prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo.

I sette falsari pakistani, di cui tre dei quali già coinvolti in analoghe indagini, sono stati arrestati con l'accusa di ricettazione e contraffazione di documenti d'identità valide per l'espatrio. Ma non solo. Le fiamme gialle hanno individuato e analizzato i conti intestati a extracomunitari provenienti da Pakistan, Afghanistan, India, Bangladesh, Cina e Kyrgyzstan sui quali confluiva denaro proveniente da ricariche di 345 carte di credito estere, emesse negli Stati Uniti e nel Canada, intestate a ignari correntisti. Quel denaro, poi, via bonifico, finiva su conti correnti in Germania, Paesi Bassi e Belgio, intestati a soggetti di origine araba. Per l'apertura dei conti nei vari Paesi europei, è emerso che sia stata utilizzata una trentina di documenti d'identità falsi con le foto dei soggetti pakistani e i dati anagrafici di altri soggetti.

Bonifici sospetti per oltre 248mila euro

Si tratta di ricariche di carte di credito per oltre 248mila euro a cui hanno fatto seguito bonifici destinati a conti correnti perlopiù in Belgio, intestati a cittadini di origine araba. L'allert è scattato nell'ambito delle attività di monitoraggio sui possibili filoni di riciclaggio e di finanziamento al terrorismo internazionale, attraverso il cosiddetto “money mules” – persone, a volte ignare degli intenti criminali, che diventano complici di trasferimenti di denaro all’estero – e in considerazione che il Belgio è il quarto Paese europeo per numero di combattenti stranieri provenienti dal Medio Oriente.

Gli arresti e le accuse

Gli arresti sono stati notificati a Napoli, tra le zone del Borgo Sant'Antonio Abate e della Sanità, e nella provincia di Caltanissetta. Tra i documenti sequestrati, anche nove carte d'identità valide per l'espatrio false, alcune elettroniche, con la stessa foto, quella di uno degli indagati, ma con diverse generalità, tutte di extracomunitari, utilizzate per attivare rapporti finanziari. Al momento non viene contestata la più grave accusa di finanziamento al terrorismo, che però è al vaglio degli inquirenti e oggetto di una richiesta internazionale di cooperazione giudiziaria. Le carte d'identità contraffatte sono legate a vari Comuni d'Italia: molti campani – San Giuseppe Vesuviano, Giugliano in Campania, Terzigno e molti altri – ma anche di Novara, Ferrara e Ancona.

Il generale Failla: “Gruppo criminale organizzato”

Le indagini sono scattate dopo sei segnalazioni dell'Unità di Informazione Finanziaria della Banca d'Italia riguardanti operazioni eseguite da cittadini extracomunitari del Pakistan e dell'Afghanistan. “L'ipotesi che si possa trattare di finanziamento al terrorismo è attualmente al centro di una richiesta di cooperazione internazionale giudiziaria e di polizia. Siamo convinti che ci saranno sviluppi”, spiega il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, Generale di Brigata Gabriele Failla. “Si tratta – spiega il generale Failla – di un gruppo criminale organizzato che ha sfruttato frodi sulle carte di credito, specialmente americane e canadesi, attraverso sistemi fishing, per accumulare i soldi versati poi, sui conti correnti italiani. Da qui i soldi sono stati trasferiti verso conti correnti di altri paesi europei, come il Belgio, l'Olanda e la Germania, dove sono stati gestiti da altri complici”. Italia, boom di migranti. Piano Ue anti terrorismo