Napoli scuola, il Convitto nazionale è il primo istituto che chiede il green pass

Anticipa i tempi il Convitto Nazione che a partire dal prossimo settembre richiederà la certificazione di avvenuta vaccinazione anti covid ad alunni e personale scolastico. La dirigente: “Mera rilevazione di dati”

Il Convitto nazionale “Vittorio Emanuele II” di Napoli

Il Convitto nazionale “Vittorio Emanuele II” di Napoli

Napoli, 23 luglio 2021 – Mentre il dibattito sul green pass per il rientro a scuola si accende, il Convitto nazionale "Vittorio Emanuele II" di Napoli si organizza e dall'1 settembre richiederà l'attestazione di avvenuta vaccinazione, il green pass, sia per il personale scolastico sia per gli allievi. É quanto previsto da una nota diffusa in queste ore da Silvana Dovere, dirigente scolastica del Convitto con sede a piazza Dante, nel centro di Napoli, che comprende scuola primaria, secondaria di primo grado, liceo scientifico, liceo classico europeo e liceo scientifico sportivo. Nella nota si richiama alla circolare numero 1107 di ieri, 22 luglio 2021 del Ministero dell'Istruzione sull'avvio dell'anno scolastico 2021-22, dove viene sottolineata la necessità di estendere la copertura vaccinale nelle scuole "nell'ottica imprescindibile di realizzare le condizioni atte ad assicurare la didattica in presenza".

Il dovere di rilevare i dati dei vaccinati

Dovere spiega che "si tratta semplicemente di una mera rilevazione dei dati, emanata in conseguenza della nota ufficiale che ci è arrivata e che per l'appunto fa riferimento ai provvedimenti che le scuole dovranno mettere in atto in base anche alla proporzione dei vaccinati che si troveranno nell'istituzione scolastica". "Ne consegue - prosegue la dirigente - che noi chiederemo, come rilevazione dei dati, di sapere se le persone sono state vaccinate o meno. Non chiediamo di andarsi a vaccinare, non entriamo né in quello che è il libero arbitrio né nelle scelte personali dei cittadini, però abbiamo il diritto e il dovere di rilevare i dati dei vaccinati".

Il piano aule in sicurezza

Le ragioni, spiega, sono organizzative: "Se avrò contezza che il 60% della popolazione scolastica è stata vaccinata, io potrò attuare un piano d'aule, cioè l'allocazione degli studenti nelle aule, con determinati parametri. Tradizionalmente sono quelli della sicurezza ma, da quando c'è stato il Covid, abbiamo dovuto fare i conti anche con le rime buccali. Inoltre le note ufficiali prevedevano un distanziamento addirittura maggiore in caso di attività che non consentivano agli studenti di indossare la mascherina, ad esempio l'attività di refezione che pure noi abbiamo come servizio interno". "Laddove ci fosse il 60% di vaccinati - sottolinea la dirigente scolastica del Convitto - dovremo mantenere, almeno allo stato, l'obbligo della mascherina, ma potremo con molta più elasticità derogare rispetto almeno a questi parametri che erano vigenti in stato di emergenza. Laddove questo non fosse invece verificabile, dovrò chiaramente organizzare il piano d'aule in maniera differente".

La maggioranza del personale vaccinato

Da qui, ribadisce Dovere, "è scaturita la nostra necessità di rilevare gli atti e i dati. Richiederemo l'esibizione del green pass, ma non abbiamo detto che pretendiamo che vadano a vaccinarsi, questa è un'altra cosa e non ci compete". In vista della ripresa dell'anno scolastico, assicura la dirigente del Convitto nazionale Vittorio Emanuele II, "continueremo a comportarci come abbiamo fatto quest'anno. Abbiamo avuto la stragrande maggioranza del personale scolastico che si è vaccinata nel corso dell'anno, abbiamo lavorato nel rispetto delle norme che ci ha indicato il Ministero e che ci ha indicato l'Oms. Abbiamo avuto anche un grande successo, la nostra utenza ci ha riconosciuto che siamo stati estremamente rigorosi nel pretendere il rispetto delle norme e siamo riusciti a lavorare serenamente alla grande. Quindi - conclude - continueremo allo stesso modo, con la serena professionalità che ci accompagna".