L'entrata degli alunni in un scuola elementare di Napoli

Napoli, 10 febbraio 2023 - Nel confronto tra Nord e Sud i bambini napoletani escono sconfitti: 200 ore in meno di opportunità scolastiche perché il tempo pieno è meno diffuso, mancanza di palestre e quindi giovanissimi in sovrappeso perché mancano strutture e opportuità, dagli asili agli sbocchi lavorativi. L'abbandono scolastico o la migrazione al nord, il calo di natalità comporta un circolo vizioso: con meno studenti si investe sempre meno nella scuola. In V elementare già 1 anno di meno di formazione Un bambino nato a Napoli, che frequenta la V elementare, usufruisce di 200 ore in meno di scuola, per mancanza di infrastrutture e tempo pieno, rispetto ad un coetaneo della Toscana al quale è garantita una formazione per 1226 ore, che coincide di fatto con un anno di scuola persa per il bambino del sud. È la fotografia emersa oggi, a Napoli, in occasione dell'incontro "Un paese due scuole", promosso da Svimez, associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno,  e L'Altra Napoli onlus presso La casa di Vetro di Forcella, in cui ci si è confrontati sui divari di cittadinanza, tra istituzioni, esperti della scuola, della cultura e del terzo settore. Solo il 18% degli alunni del Mezzogiorno accede al tempo pieno a scuola, rispetto al 48% del Centro-Nord. Il crollo degli investimenti in 10 anni al sud è stato del 30%.  "Salvare la scuola pubblica", sold out all'assemblea. De Luca: "Mobilitazione di massa" Napoli: 1 bambino su 3 in sovrappeso I divari nelle infrastrutture scolastiche frenano anche la diffusione della pratica fisica e sportiva, con conseguenze negative per la salute, la spesa pubblica e lo stile di vita della popolazione, con particolare riferimento ai minori. Nel meridione quasi un minore su tre nella fascia tra i 6 e i 17 anni, infatti, è in sovrappeso, rispetto ad un ragazzo su cinque nel Centro Nord. Nel Centro Nord il 42% della popolazione adulta pratica sport regolarmente e il 26,8% saltuariamente. Nel Mezzogiorno invece le percentuali si invertono: la maggioranza pratica sport saltuariamente (33,2%) mentre la minoranza lo pratica abitualmente (27,2%). Il divario si riflette sulla percentuale di sedentari, con particolare riferimento per i minori: 15% nel Centro Nord e 22% nel Centro Sud. Ma ancor più allarmante è il dato sull' aspettativa di vita: nel Mezzogiorno è inferiore di tre anni rispetto a quella degli adulti che vivono al centro-nord.  Cosa serve al sud? Asili, tempo pieno, palestre "Il quadro che emerge dai dati, e che rischia di rafforzarsi ancor più se passano le proposte di autonomia, è quello di adattare l'intensità dell'azione pubblica alla ricchezza dei territori, con maggiori investimenti e stipendi nelle aree che se li possono permettere, pregiudicando proprio la funzione principale della scuola che è quella di fare uguaglianza". L'allarme arriva dal direttore della Svimez Luca Bianchi, secondo il quale per contrastare le dinamiche che vedono dati di investimento e ore di offerta scolastica differenti al nord e a sud "occorre invertire il trend di spesa e rafforzare le finalità di coesione delle politiche pubbliche nazionali in tema di istruzione. Il Pnrr è l'occasione per colmare i divari infrastrutturali, tuttavia l'allocazione delle risorse deve essere resa più coerente con l'analisi dei fabbisogni di investimento, superando i vincoli di capacità ammnistrativa. La priorità oggi è rafforzare il sistema di istruzione soprattutto nelle aree più marginali, sia del Sud che del Nord. Garantendo asili nido, tempo pieno, palestre, rafforzando l'offerta formativa dove più alto è il rischio di abbandono".  Le note carenti: dalle strutture agli sbocchi lavorativi  Per il vicepresidente della Onlus L'Altra Napoli Antonio Lucidi, intervenuto nel corso della tavola rotonda a Forcella: "Si parla di 'due scuole' perché il sistema scolastico nel Sud, rispetto al resto d'Italia, è carente sotto il profilo delle strutture, della capacità di attrarre i giovani, perché ha maglie larghe e troppo spesso non riesce a contrastarne l'abbandono degli studi, ed ancora perché la scuola non riesce a trovare sbocchi, una volta terminati i percorsi, nel mercato del lavoro".  "Tenere aperte le scuole al pomeriggio" "C'è la necessità - dice Clementina Cordero di Montezemolo, psicoterapeuta infantile e presidente dell'associazione Yolk - di creare e ricreare un patto condiviso tra la scuola e le famiglie, motivo per cui la scuola dovrebbe assumere un ruolo fondamentale nell'educazione alla vita. L'idea di tenere aperte le scuole nel pomeriggio con una collaborazione pubblico - privato, non solo ha una valenza sociale perché rappresenta un alleggerimento per le famiglie ma anche individuale, di crescita per il singolo, di sviluppo del sé, soprattutto nelle ragazze e ragazzi delle scuole medie". Apre la 'Porta dei sogni' nel quartiere Forcella: affreschi, giardini e sala della musica In 5 anni al Sud 250mila studenti in meno La debolezza dell'offerta scolastica e, più in generale, la limitata qualità dei servizi pubblici alimenta il processo di denatalità e i flussi di migrazione giovanile che, a loro volta, comprimono il numero di alunni, con il conseguente adeguamento al ribasso dell'offerta di istruzione. Tra il 2015 e il 2020 il numero di studenti del Mezzogiorno, dalla materna alle superiori, si è ridotto di quasi 250.000 unità contro un calo di 75.000 unità nel Centro-Nord.  Napoli, a scuola a 14 anni con la pistola in tasca: denunciato studente dell'alberghiero "Salvare la scuola pubblica", sold out all'assemblea. De Luca: "Mobilitazione di massa"

Cronaca

<p>Napoli, 10 febbraio 2023 - Nel confronto tra Nord e Sud i bambini napoletani escono sconfitti: <strong>200 ore in meno di opportunità scolastiche</strong> perché il tempo pieno è meno diffuso, mancanza di palestre e quindi giovanissimi in sovrappeso perché mancano strutture e opportuità, dagli asili agli sbocchi lavorativi. L'abbandono scolastico o la migrazione al nord, il calo di natalità comporta un circolo vizioso: con meno studenti si investe sempre meno nella scuola.</p> 
<h2 class="title-paragraph">In V elementare già 1 anno di meno di formazione</h2> 
<p>Un bambino nato a Napoli, che frequenta la V elementare, usufruisce di 200 ore in meno di scuola, per mancanza di infrastrutture e tempo pieno, rispetto ad un coetaneo della Toscana al quale è garantita una formazione per 1226 ore, che coincide di fatto con <strong>un anno di scuola persa </strong>per il bambino del sud. È la fotografia emersa oggi, a Napoli, in occasione dell'incontro <strong>"Un paese due scuole"</strong>, promosso da <strong>Svimez</strong>, associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno,&nbsp; e<strong> L'Altra Napoli onlus</strong> presso <strong>La casa di Vetro</strong> di Forcella, in cui ci si è confrontati sui divari di cittadinanza, tra istituzioni, esperti della scuola, della cultura e del terzo settore. Solo il 18% degli alunni del Mezzogiorno accede al tempo pieno a scuola, rispetto al 48% del Centro-Nord. Il crollo degli investimenti in 10 anni al sud è stato del 30%.&nbsp;<br> <a data-img="/polopoly_fs/1.8493186!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="Vincenzo De Luca" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.8493186!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.8493152" data-shortcode="true" data-type="article" href="https://www.quotidiano.net/napoli/salvare-scuola-pubblica-de-luca-mobilitazione-1.8493152" title="&amp;quot;Salvare la scuola pubblica&amp;quot;, sold out all&amp;#39;assemblea. De Luca: &amp;quot;Mobilitazione di massa&amp;quot;">"Salvare la scuola pubblica", sold out all'assemblea. De Luca: "Mobilitazione di massa"</a></p> 
<h2 class="title-paragraph">Napoli: 1 bambino su 3 in sovrappeso</h2> 
<p>I divari nelle infrastrutture scolastiche frenano anche la diffusione della pratica fisica e sportiva, con conseguenze negative per la salute, la spesa pubblica e lo stile di vita della popolazione, con particolare riferimento ai minori.<br> Nel meridione quasi un minore su tre nella fascia tra i 6 e i 17 anni, infatti,<strong> è in sovrappeso</strong>, rispetto ad un ragazzo su cinque nel Centro Nord. Nel Centro Nord il 42% della popolazione adulta pratica sport regolarmente e il 26,8% saltuariamente. Nel <strong>Mezzogiorno</strong> invece le percentuali si invertono:<strong> la maggioranza pratica sport saltuariamente (33,2%)</strong> mentre la minoranza lo pratica abitualmente (27,2%). Il divario si riflette sulla percentuale di sedentari, con particolare riferimento per i minori: 15% nel Centro Nord e 22% nel Centro Sud.&nbsp;Ma ancor più allarmante è il dato sull' aspettativa di vita: nel Mezzogiorno è inferiore di tre anni rispetto a quella degli adulti che vivono al centro-nord.&nbsp;</p> 
<h2 class="title-paragraph">Cosa serve al sud? Asili, tempo pieno, palestre</h2> 
<p>"Il quadro che emerge dai dati, e che rischia di rafforzarsi ancor più <strong>se passano le proposte di autonomia</strong>, è quello di adattare l'intensità dell'azione pubblica alla ricchezza dei territori, con maggiori investimenti e stipendi nelle aree che se li possono permettere, pregiudicando proprio la <strong>funzione principale della scuola che è quella di fare uguaglianza</strong>". L'allarme arriva dal direttore della Svimez Luca Bianchi, secondo il quale per contrastare le dinamiche che vedono dati di investimento e ore di offerta scolastica differenti al nord e a sud "occorre invertire il trend di spesa e rafforzare le finalità di coesione delle politiche pubbliche nazionali in tema di istruzione. Il<strong> Pnrr è l'occasione per colmare i divari infrastrutturali,</strong> tuttavia l'allocazione delle risorse deve essere resa più coerente con l'analisi dei fabbisogni di investimento, superando i vincoli di capacità ammnistrativa. La priorità oggi è <strong>rafforzare il sistema di istruzione soprattutto nelle aree più marginali</strong>, sia del Sud che del Nord. Garantendo <strong>asili nido, tempo pieno, palestre</strong>, rafforzando l'offerta formativa dove più alto è il rischio di abbandono".&nbsp;</p> 
<h2 class="title-paragraph">Le note carenti: dalle strutture agli sbocchi lavorativi&nbsp;</h2> 
<p>Per il vicepresidente della Onlus L'Altra Napoli Antonio Lucidi, intervenuto nel corso della tavola rotonda a Forcella: "Si parla di<strong> 'due scuole'</strong> perché il sistema scolastico nel Sud, rispetto al resto d'Italia, è carente sotto il profilo delle strutture, della capacità di attrarre i giovani, perché ha maglie larghe e troppo spesso non riesce a contrastarne l'abbandono degli studi, ed ancora perché <strong>la scuola non riesce a trovare sbocchi,</strong> una volta terminati i percorsi, nel mercato del lavoro".&nbsp;</p> 
<h2 class="title-paragraph">"Tenere aperte le scuole al pomeriggio"</h2> 
<p>"C'è la necessità - dice Clementina Cordero di Montezemolo, psicoterapeuta infantile e presidente dell'associazione Yolk - di creare e ricreare un patto condiviso tra la scuola e le famiglie, motivo per cui la scuola dovrebbe assumere un ruolo fondamentale nell'educazione alla vita. L'idea di tenere aperte le scuole nel pomeriggio con una <strong>collaborazione pubblico - privato,</strong> non solo ha una valenza sociale perché rappresenta un alleggerimento per le famiglie ma anche individuale, di crescita per il singolo, di sviluppo del sé, soprattutto nelle <strong>ragazze e ragazzi delle scuole medie</strong>".<br> <a data-img="/polopoly_fs/1.8530540!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="Napoli ha aperto &amp;#39;La Porta dei sogni&amp;#39; luogo aggregativo per giovani nel rione Forcella" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.8530540!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.8530533" data-shortcode="true" data-type="article" href="https://www.quotidiano.net/napoli/porta-sogni-forcella-1.8530533" title="Apre la &amp;#39;Porta dei sogni&amp;#39; nel quartiere Forcella: affreschi, giardini e sala della musica">Apre la 'Porta dei sogni' nel quartiere Forcella: affreschi, giardini e sala della musica</a></p> 
<h2 class="title-paragraph">In 5 anni al Sud 250mila studenti in meno</h2> 
<p>La debolezza dell'offerta scolastica e, più in generale, la limitata qualità dei servizi pubblici <strong>alimenta il processo di denatalità </strong>e i flussi di migrazione giovanile che, a loro volta, comprimono il numero di alunni, con il conseguente <strong>adeguamento al ribasso dell'offerta di istruzione</strong>. Tra il 2015 e il 2020 il numero di studenti del Mezzogiorno, dalla materna alle superiori, si è ridotto di quasi 250.000 unità contro un calo di 75.000 unità nel Centro-Nord.&nbsp;<br> <a data-img="/polopoly_fs/1.8509810!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="Studenti all&amp;#39;ingresso a scuola (immagine di repertorio)" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.8509810!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.8509803" data-shortcode="true" data-type="article" href="https://www.quotidiano.net/napoli/pistola-scuola-studente-1.8509803" title="Napoli, a scuola a 14 anni con la pistola in tasca: denunciato studente dell&amp;#39;alberghiero">Napoli, a scuola a 14 anni con la pistola in tasca: denunciato studente dell'alberghiero</a><br> <a data-img="/polopoly_fs/1.8493186!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="Vincenzo De Luca" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.8493186!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.8493152" data-shortcode="true" data-type="article" href="https://www.quotidiano.net/napoli/salvare-scuola-pubblica-de-luca-mobilitazione-1.8493152" title="&amp;quot;Salvare la scuola pubblica&amp;quot;, sold out all&amp;#39;assemblea. De Luca: &amp;quot;Mobilitazione di massa&amp;quot;">"Salvare la scuola pubblica", sold out all'assemblea. De Luca: "Mobilitazione di massa"</a></p>

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