Scontri fra tifosi sulla A1: il gip non covalida l'arresto per l'ultrà del Napoli

La giudice, visionato il video, ha rimesso in libertà il tifoso che era ai domiciliari. Ieri la stessa decisione a Roma per gli ultrà giallo rossi. Anfp: "Un fatto tecnicamente grave"

Napoli, 11 gennaio 2023 - Come a Roma così a Napoli. La gip di Napoli Ivana Salvatore non ha convalidato l'arresto in flagranza differita notificato ad Antonio Marigliano, 35 anni, ritenuto dalla Digos di Napoli coinvolto negli scontri avvenuti domenica scorsa sull'A1 tra tifosi romanisti e partenopei.  Ieri la stessa decisione del gip a Roma per gli  ultrà giallo rossi.

Scontri tra  tifosi della Roma e del Napoli nell'area di servizio Badia al Pino ad Arezzo
Scontri tra tifosi della Roma e del Napoli nell'area di servizio Badia al Pino ad Arezzo

La gip nell'ordinanza 

"L'atteggiamento tenuto dall'indagato (non connotato da alcun intento offensivo nei confronti di cose o persone, tanto da essere ripreso mentre camminava a una certa distanza dal luogo degli scontri, portantosi in direzione opposta)» induce "a ritenere insussistenti effettivi motivi di necessità e di urgenza, tali da giustificare un immediato arresto". Lo sottolinea la gip di Napoli Ivana Salvatore nell'ordinanza con la quale non ha convalidato l'arresto in flagranza diferita notificato lunedì sera ad Antonio Marigliano. 

Il legale del tifoso, l'avvocato Emilio Coppola, durante l'udienza ha depositato un video acquisito e visionato dal giudice che ha ordinato l'immediata rimessione in libertà. "Non c'erano immagini che testimoniassero la sua presenza nel momento degli scontri e non ha preso parte alla rissa", dice il legale. "Abbiamo prodotto un video integrale degli scontri - aggiunge l'avvocato - dove si vedeva chiaramente Antonio, in possesso dell'asta di una bandiera, che può anche essere considerato un oggetto atto ad offendere, ma lui si trovava in una zona diversa da quella dove si stavano consumando le violenze, anzi quando si accorge della rissa retrocede".

L'ultrà, che era ai domiciliari, è legato al gruppo "Brigata Carolina"  ed è stato denunciato per rissa aggravata. Gli inquirenti gli contestano il possesso di oggetti atti ad offendere nei luoghi interessati dal transito di coloro che assistono a manifestazioni sportive.

Anfp: "Le mancate convalide degli arresti un fatto tecnicamente grave"

Oggi sul caso si è tenuta una riunione al Viminale con il ministro Piantedosi, presenti anche il ministro Abodi, il presidente Figc Gravina e quello della Lega Serie A Casini. La libertà concessa agli ultrà ha tenuto banco. "Le mancate convalide degli arresti effettuati dopo gli scontri in A1 ad Arezzo sono un fatto tecnicamente grave, non solo e non tanto per i tre soggetti rimessi in libertà ma perché di fatto il gip ha sconfessato una norma finalizzata ad intervenire in modo specifico ed efficace nel difficile settore dei reati da stadio". È quanto afferma il portavoce dell'Associazione nazionale funzionari di polizia (Anfp) Girolamo Lacquaniti sottolineando la necessità di "perfezionare" la norma per evitare che si possano ripetere episodi simili.

"Premesso che nessun dubbio è emerso in relazione alla partecipazione agli scontri da parte dei tre indagati e che le motivazioni delle mancate convalide sono legate ai profili di urgenza che la legge stessa ha voluto valutare tenendo conto che in determinate circostanze per il bene della collettività è più opportuno differire l'arresto in modo da garantire maggiore sicurezza per tutti - dicono i funzionari di polizia - le ipotesi sono due e solamente due: o il Gip ha preso un clamoroso abbaglio e sarà allora la procura a provvedere in modo coerente, oppure la norma contiene un vulnus che consente agli avvocati di disinnescare una norma che ha una importanza straordinaria per garantire una risposta adeguata da parte dello Stato". "Se nel primo caso crediamo che la magistratura abbia tutti gli strumenti per agire e correggere per il futuro - aggiunge -, temiamo invece che il vero tema riguardi una norma da perfezionare in modo tale da non permettere mai più esiti così sconcertanti dal punto di vista della giustizia".

Quanto alla possibilità che ci sia "frustrazione e rabbia" tra le forze di polizia per le decisioni della magistratura, Lacquaniti è netto: "a chi teme" ciò "vorremmo dare l'assicurazione che nel nostro Dna e nel nostro motto è sancito il rispetto della libertà nel rispetto della legge e che non ci appartiene alcuna altra forma di reazione se non quella del dialogo".