Lunedì 22 Aprile 2024

Napoli, fece cadere dal balcone il piccolo Samuele: 18 anni al domestico Mariano Cannio

Un anno fa la tragedia del bimbo di quattro anni in via Foria. Il 39enne ha voluto parlare in aula, riconoscendo la sua colpevolezza per la morte di Samuele

Il luogo della tragedia e Mariano Cannio

Il luogo della tragedia e Mariano Cannio

Napoli, 27 settembre 2022 - Dovrà scontare 18 anni in carcere Mariano Cannio, il domestico 39enne ritenuto responsabile dell'omicidio del piccolo Samuele, il bimbo di 4 anni lasciato cadere nel vuoto, il 17 settembre 2021, dal balcone della casa dei genitori, in via Foria, a Napoli.  La sentenza del gup Nicoletta Campanaro è arrivata oggi 27 settembre alla fine del processo celebrato con rito abbreviato: 18 anni di reclusione, la stessa condanna chiesta dal sostituto procuratore Barbara Aprea, che ha contestato all'imputato (affetto da patologie della sfera psichiatrica ma ritenuto capace di intendere e volere) il reato di omicidio aggravato. 

Cosa è successo quel 17 settembre 

Gli inquirenti avevano capito da subito che il Samuele non poteva essere caduto a causa della sua imprudenza. Sulla balconata dell’abitazione non c’erano né sedie né appigli, e davanti alla ringhiera c'era una rete metallica per impedire al piccolo di arrampicarsi. L’attenzione si è spostata allora su Cannio che era in casa con il bambino al momento della tragedia. L’uomo faceva le pulizie e lavoretti di manutenzione in varie case tra cui anche in quella dei Gargiulo. In serata spunta sui social un video in cui viene ripreso Samuele che parla, forse poco prima della tragedia. "Io ti butto giù", è la frase che ripete il piccolo nel video, apparso dapprima su Tik Tok, per poi essere condiviso su altre piattaforme.

Parole che il bambino potrebbe aver ripetuto dopo averle sentite da un adulto. Come quelle pronunciate poco dopo: "Perché tu sei una ‘lotà" (termine dialettale dispregiativo, ndr). Il video si conclude con Samuele che di colpo non parla più. Il processo. Cannio nell’udienza di settembre 2021 aveva fatto alcune parziali ammissioni parziali: "A un tratto l’ho preso in braccio e sono uscito fuori dal balcone. Giunto all’esterno con il bambino tra le braccia, mi sono sporto a ho lasciato cadere il piccolo. Ho immediatamente udito delle urla e mi sono spaventato, consapevole di essere la causa di quello che stava accadendo". 

Davanti all'aula le parole di colpevolezza

Cannio (difeso dall'avvocato Maria Assunta Zotti) il giorno in cui Samuele è precipitato, stava facendo le pulizie a casa dei genitori della piccola vittima (assistiti dall'avvocato Domenico De Rosa). Nel corso dell'udienza di oggi, l'avvocato Zotti non ha escluso la tesi dell'incidente e cioé che il bimbo possa essersi sporto dopo essere salito su qualche oggetto che era sul balcone. 

Cannio in aula ha reso anche dichiarazioni di colpevolezza in relazione alla morte di Samuele, che però secondo l'avvocato difensore potrebbero anche essere state indotte dallo stato di salute precario del suo assistito. 

Violenze ai funerali: 10 indagati 

Hanno aggredito un agente di polizia, sferrato calci contro le portiere della auto di servizio, spintonato operatori dell'informazione e danneggiato alcune telecamere. Oggi la procura di Napoli ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari ad alcuni parenti di Samuele. Del gruppo di indagati, sono dieci, cui la Procura contesta a vario titolo i reati di danneggiamento aggravato, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale fanno parte tre parenti stretti della mamma del bimbo i quali, "insieme con altre persone, il giorno dei funerali di Samuele, si sono resi protagonisti di una serie di intemperanze anche ai danni di un agente della Polizia di Stato che stava riprendendo le esequie con una telecamera".