Elezioni comunali e referendum giustizia in Campania: quando e come si vota

Election day: urne aperte solo oggi, domenica 12 giugno, dalle 7 alle 23. Cinque le schede per il referendum della giustizia. Si vota per il sindaco e il consiglio in 89 Comuni, 13 nel Napoletano

Referendum ed elezioni comunali a Napoli e in Campania

Referendum ed elezioni comunali a Napoli e in Campania

Napoli, 12 giugno 2022 – Giornata elettorale in tutta la Campania, urne aperte dalle 7 alle 23 in 550 Comuni. Tutti gli elettori saranno chiamati a esprimere la propria preferenza sul referendum: sono 5 le schede con altrettanti quesiti, due la possibilità di scelta: Si per cambiare l’attuale legge, e quindi abrogarla, No per mantenere la situazione inalterata. Soltanto in 89 Comuni campani, invece, gli elettori riceveranno la scheda per la scelta del sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale: 13 sono nel Napoletano.

Sono 12 le città sopra i 15mila abitanti, che potrebbero andare al ballottaggio in caso non si raggiungesse il quorum: se nessun candidato risulterà eletto al primo turno con il 50% più uno dei consensi, i due nomi con la percentuale più alta di consensi torneranno a sfidarsi in un faccia a faccia diretto al secondo turno elettorale, previsto per domenica 26 giugno. In tutti gli altri 76 Comuni, è previsto un solo turno elettorale e, già nel pomeriggio di domani (lo spoglio inizierà alle 14) si sapranno tutti i nomi dei vincitori.

Sommario:

Quando e come si vota

Quando si vota. Si voterà in un solo giorno: oggi, domenica 12 giugno. I seggi rimarranno aperti dalle 7 del mattino alle 23 di sera. Per votare sarà necessario esibire un documento d’identità valido e la tessera elettorale. Secondo le indicazioni fornite dal ministero dell’Interno, le operazioni di spoglio delle elezioni comunali 2022 cominceranno alle 14 di lunedì 13 giugno, dopo lo scrutinio dei referendum, “dando precedenza a quelle per le elezioni comunali e successivamente a quelle per le eventuali elezioni circoscrizionali”.

Sono ammessi al voto tutti i cittadini maggiorenni presenti nelle liste elettorali. Possono votare per le comunali anche i cittadini UE residenti in Italia, previa iscrizione alle liste elettorali.

Come di vota. Nei Comuni con popolazione inferiore ai 15mila abitanti si potrà esprimere una sola preferenza per il candidato sindaco e per un candidato consigliere comunale, il cui nome andrà scritto di fianco al simbolo della lista.

Sopra la soglia dei 15mila abitanti, si potranno esprimere al massimo due preferenze per i candidati a consigliere comunale, scrivendo il cognome nelle righe tratteggiate poste vicino al contrassegno di lista. In caso si voglia esprimere due preferenze, attenzione all’alternanza di genere: bisogna scegliere un uomo e una donna, pena l’annullamento della seconda preferenza. Si possono votate solo i nomi presenti in lista.

Nei comuni fino a 15mila abitanti non è previsto il ballottaggio (salvo il caso di parità di voti tra i due candidati sindaci più votati) e neanche il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare allo stesso tempo per una lista che appoggia un possibile sindaco e un candidato a primo cittadino di un altro schieramento. È eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Solo in caso di parità assoluta di voti si procede ad un turno di ballottaggio domenica 26 giugno.

Nei comuni fino a 15mila abitanti non è previsto il ballottaggio (salvo il caso di parità di voti tra i due candidati sindaci più votati) e neanche il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare allo stesso tempo per una lista che appoggia un possibile sindaco e un candidato a primo cittadino di un altro schieramento. È eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Solo in caso di parità assoluta di voti si procede ad un turno di ballottaggio domenica 26 giugno.

Referendum: i 5 quesiti

Il risultato del referendum – con i cinque quesiti – sarà ritenuto valido soltanto al raggiungimento del quorum: dovrà votare il 50% più uno degli aventi diritto al voto.

Sono 5 i quesiti referendari, ad ognuno è legato una scheda di colore diverso. Due le opzioni: Si per cambiare l’attuale legge, e quindi abrogarla, No per mantenere la situazione inalterata. Solo in 89 Comuni, invece, gli elettori riceveranno la scheda per la scelta del sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale

SCHEDA ROSSA: incandidabilità per i politici condannati. Se vince il “sì”, l’incandidabilità, l'incompatibilità e la sospensione dei politici condannati non saranno più automatiche ma verranno decise da un giudice caso per caso.

SCHEDA ARANCIONE: limitazione delle misure cautelari. Se vince il “sì”, viene eliminata la ripetizione del reato dalle motivazioni per disporre misure cautelari. Rimangono il pericolo di fuga e di alterazione delle prove.

SCHEDA GIALLA: separazione delle carriere nella giustizia. Se vince il “sì” i magistrati dovranno scegliere, all’inizio della loro carriera, se svolgere il ruolo di giudici oppure di pubblici ministeri, per poi mantenere quel ruolo per tutta la vita.

SCHEDA GRIGIA: valutazione dei magistrati. Se vince il “sì” anche avvocati e professori universitari avrebbero il diritto di votare sull’operato dei magistrati.

SCHEDA VERDE: elezione del Consiglio superiore della magistratura. Se vince il “sì” non sarà più necessario l’obbligo di trovare queste firme, ma basterà presentare la propria candidatura.

Napoli: tutti i Comuni al voto

Sono 13 i Comuni in attesa di rinnovo di mandato, di cui sette sopra i 15mila abitanti e quindi a rischio ballottaggio, mentre per tutti gli altri già nel pomeriggio di domani dovrebbero esserci i nomi dei vincitori.

Arrivano alle urne dopo un commissariamento i Comuni di Sant’Antimo, sciolto per mafia nel 20220, Casamarciano, Nola e Tufino.

Tra i Comuni sopra i 15mila abitanti, vanno al voto anche Acerra (56.465 abitanti, sindaco uscente Raffaele Lettieri), Ischia (18.688 abitanti, sindaco uscente Vincenzo Ferrandino), Nola (33.979 abitanti), Portici (55.765 abitanti, sindaco uscente Vincenzo Cuomo), Pozzuoli (80.357 abitanti, sindaco uscente Vincenzo Figliolia), Sant'Antimo (34.107 abitanti) e Somma Vesuviana (34.592 abitanti, sindaco uscente Salvatore Di Sarno).

Sono sei i Comuni sotto i 15mila abitanti che andati al voto, sono: Barano d'Ischia (9.882 abitanti, sindaco uscente Dionigi Gaudioso), Casamarciano (3.272 abitanti), Lettere (6.153 abitanti, sindaco uscente Sebastiano Giordano), Pimonte (6.000 abitanti, sindaco uscente Michele Palummo), Tufino (3.785 abitanti) e Visciano (4.550 abitanti, sindaco uscente Gianfranco Meo).

Comuni commissariati: quali e perché?

Sono quattro i Comuni commissariati nel Napoletano – Casamarciano, Nola, Tufino e Sant’Antimo che arrivano alle urne senza il sindaco in carica. Riflettori accesi sulla campagna elettorale di Sant'Antimo (34.107 abitanti), una città che negli ultimi anni ha subìto diversi scossoni politici.

Il clima è rovente, la camorra morde il freno. Tant’è che negli ultimi giorni i tre commissari prefettizi nominati dopo che nel marzo del 2020 la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, aveva firmato il decreto di scioglimento del consiglio comunale per 18 mesi, a casa delle infiltrazioni mafiose hanno lanciato un appello agli elettori: “Non fatevi condizionare nel voto da persone vicine alle organizzazioni criminali, ma vogliate bene alla vostra città”.

Sotto i riflettori: il caso Sant’Antimo

Tre anni di intrighi e lacerazioni interne alla politica locale, Sant’Antimo è diventato una città emblema della mano longa della camorra. Una situazione intricata. Prima la minaccia di sfuducia da parte della maggioranza all’allora sindaco Aurelio Russo nel 2019 entrato sotto i riflettori della Dda che lo ha citato nella relazione dell’inchiesta “Antemio” e giudicato incandidabile insieme all’ex assessora Teresa Pedata, nonostante il ricorso alla Corte di Appello – seguite dalle dimissioni improvvise che ha portato all’arrivo dei commissari inviati dal Prefetto. La missione era valutare se ci fossero le condizioni per andare a nuove elezioni nel 2020, ma a quel punto è scattato un nuovo colpo di scena. Il 18 marzo 2020, però, l Ministero dell’Interno ha sciolto il consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.

Una decisione presa per la presenza “di forme di ingerenza della criminalità organizzata, tali da esporre il Comune a pressanti condizionamenti, con compromissione del buon andamento e dell’imparzialità”. Dopo un anno di gestione, che ha portato alla revoca di numerose concessioni sospette, l’altra spallata: la dichiarazione di dissesto finanziario che ha portato alla nomina di una commissione preposta.

 

 

Una sfida a due. Oggi alle urne, gli elettori potranno scegliere tra tre coalizioni in campo. In corsa alla carica di sindaco per il centrosinistra c’è Massimo Buonanno, sostenuto dalla lista civica Nuovo Pensiero Democratico, Partito Democratico, Popolari per Sant'Antimo, Voltiamo pagina con Buonanno sindaco. Lo sfidante è Giuseppe Italia, sceso in campo con tre simboli: la lista Agorà, Nuova Sant'Antimo e Cittadini con S.Antimo.

 

Arrivano alle urne dopo un commissariamento anche i Comuni di Casamarciano (3.272 abitanti), Nola (33.979 abitanti) e Tufino (3.785).

 

Lo scorso gennaio, il sindaco di NolaGaetano Minieri, eletto tre anni fa con una colazione di centrosinistra – è stato sfiduciato dalla sua stessa maggioranza con le dimissioni in blocco di 13 consiglieri su 24. Nell’ottobre del 2021, è stato commissariato anche l’amministrazione comunale di Casamarciano, a seguito delle dimissioni presentate da 7 consiglieri su 13. Una battuta di arresto

arrivata a un anno dall’elezione per Carmela De Stefano, prima sindaca donna della città. Dimissioni in blocco della maggioranza anche a Tufino, dove lo scorso dicembre il primo cittadino Carlo Ferone è caduto a sei mesi dalla scadenza naturale.