Napoli, Reddito di cittadinanza sequestrato a 25 famiglie legate al clan Contini

L'operazione della Guardia di Finanza ha permesso di recuperare 270 mila euro: gli intestatari del Rdc non avevano indicato il legame con persone sottoposte a misure cautelari

Guardia di finanza

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Napoli, 7 luglio 2021 - Le domande che gli avevano permesso di ottenere il Reddito di cittadinanza erano apparentemente in regola ma i 25 beneficiari in questione avevano un tenore di vita molto superiore a quanto dichiarato e, soprattutto, avevamo omesso di indicare che erano familiari di persone riconducibili al clan Contini, inserito nel cartello dell'Alleanza di Secondigliano.  Così la Guardia di Finanza di Napoli ha fatto scattare perquisizioni e ha sequestrato somme per 270 mila euro pari agli importi indebitamente percepiti tra l'aprile del 2019 e il novembre 2020.

Tenore di vita sproporzionato rispetto al reddito dichiarato

Nelle procedure di richiesta del reddito di cittadinanza, fanno sapere in una nota i finanziarieri, si sono esposti soggetti incensurati, apparentemente in regola riguardo ai requisiti per ottenere il beneficio statale, che però hanno omesso di dichiarare all'Inps la presenza di famigliari condannati o sottoposti a misure cautelari per reati associativi di tipo mafioso. Sono state sequestrate somme per circa 270.000 euro indebitamente percepite dagli indagati tra aprile 2019 e novembre 2020 oltre che le carte prepagate utilizzate per l'erogazione del beneficio. Gli accertamenti economico-patrimoniali hanno messo inoltre in luce un tenore di vita, per alcuni soggetti, sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, come dimostrato dall'acquisto di beni di lusso e dalla frequentazione di rinomate località vacanziere in Italia e all'estero. Le perquisizioni e i sequestri sono stati eseguiti in diverse zone della città di Napoli, Avvocata, Borgo Sant'Antonio Abate, Poggioreale, San Carlo all'Arena, San Lorenzo, Scampia, Stella, Vicaria, e nei comuni di Quarto, Sant'Antonio Abate, Cicerale (Sa), oltre che a Reggio Emilia. Sottoposte a perquisizione anche le sedi di 4 centri di assistenza fiscale operanti a Napoli e provincia, utilizzati dai percettori del sussidio per la presentazione delle domande.