Mercoledì 24 Aprile 2024

Omicidio Salerno, fermato l'ex badante delle sorelle Martino: ha confessato

Il 40enne Giuseppe Buono è entrato in casa per rubate dei soldi. Ma non sapeva che in casa c'era un tesoro: 380mila euro nascosti nella stanza del fratello malato

La polizia scientifica ha effettuato i rilievi nell'appartamento

La polizia scientifica ha effettuato i rilievi nell'appartamento

Napoli, 13 luglio 2022 – È stato l’ex badante ad uccidere la 91enne Maria Grazia Martino e a ferire la sorella Adele di 87 anni, ritrovate nei giorni scorsi nel loro appartamento di Salerno dopo una rapina finita nel sangue. Le ha colpite con un bastone di ferro, poi è fuggito lasciandole agonizzanti. Ad incastrare il 40enne Giuseppe Buono sono state le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nella zona e l'impronta di una scarpa. Dopo il fermo l'uomo avrebbe confessato

L’uomo è entrato nell’abitazione di via San Leonardo – dove le due donne vivevano insieme al fratello Isidoro, allettato e malato – scavalcando il muretto di cinta. Si è introdotto così nella casa delle donne, che in passato aveva accudito, per rubare dei soldi. C’è stata un’aggressione e, subito dopo, l’uomo si è dileguato nel nulla con il denaro. È successo poco dopo le 13 di sabato 9 luglio, le donne sono state trovate dai carabinieri solo il giorno successivo. Maria Grazia senza vita, la sorella Adele ferita e in stato di choc.

Il tesoro delle sorelle Martino

Giuseppe Buono, che ha rubato una somma di 3.400 euro, provento dell'affitto di immobili e locali di proprietà della famiglia Martino, non sapeva però che in casa c'era un vero e proprio tesoro i circa 380mila euro in contanti, conservati in due contenitori di legno nella stanza del fratello delle vittime.

Il 40enne, originario di Baronissi, nel Salernitano, è entrato di soppiatto in casa e ha chiuso nella sua stanza l'anziano fratello, costretto a letto dalla malattia, senza sapere che il vero bottino era proprio lì dentro. Quando le donne lo hanno scoperto, hanno tentato la fuga fino alla tavernetta dove – dalle prime ricostruzioni fatte dagli inquirenti – sarebbero state raggiunte e colpite con un bastone in ferro, che però non è ancora stato trovato: l’ipotesi è che l’aggressore lo abbia gettato in un cassonetto dell'immondizia.

Giuseppe Buono, accusato di rapina impropria, omicidio e tentato omicidio, dopo il termine del suo contratto lavorativo, aveva mantenuto un buon rapporto con la famiglia Martino tanto che andava a trovare i tre fratelli saltuariamente.