Mercoledì 24 Aprile 2024

Napoli, ritrovate le statue rubate in chiesa dalla suocera dei boss

Dopo una serie di indagini, le tre statue seicentesche sono state ritrovate all'interno di un deposito della droga. Sarebbero state rubate per volere di Anna Maglieri, la mamma delle sorelle Aieta

L'intervento delle forze dell'ordine

L'intervento delle forze dell'ordine

Per volere della suocera di tre importanti boss della camorra sarebbero state sottratte da una chiesa chiusa nel centro di Napoli, diventata un deposito della droga, le tre statue del '600 trovate sabato scorso dai carabinieri nei locali di un'associazione della Madonna dell'Arco, che si trova nel quartiere Arenaccia della città. Anna Maglieri è infatti la madre di Rita, Maria e Anna Aieta che hanno sposato rispettivamente i tre boss Patrizio Bosti, Eduardo Contini e Francesco Mallardo, sancendo così un "patto di sangue" tra le famiglie dell'Alleanza. Sulle sculture lo speciale reparto del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ha già eseguito controlli che hanno dato esito positivo riguardo l'autenticità.

Il ritrovamento

Le statue rubate risalgono al 1600 e raffigurano la Madonna del Rosario con il bambino Gesù tra le braccia, San Domenico e Santa Rosa. Appena arrivati in via San Francesco e Paolo con una ditta incaricata per prelevare le effigi, le forze dell'ordine hanno vissuto attimi di tensione: in molti infatti hanno iniziato a offendere e minacciare gli addetti ai lavori. Mentre le statue venivano caricate, gli inquirenti hanno scoperto un dettaglio fondamentale: sotto a due delle tre statue c’erano targhe in omaggio ai boss Bosti e Mallardo. Patrizio Bosti, Francesco Mallardo ed Eduardo Contini sono tre camorristi rinchiusi al regime di 41 bis.

Le indagini

Adesso la Dda vuole vederci chiaro sulla vicenda: come è stato possibile che le statue siano finite lì? E soprattutto, ci sono state minacce e pressioni sui parroci per agevolare il furto? Gli investigatori, a tal proposito, stanno raccogliendo informazioni tra il personale ecclesiale. Al momento, gli inquirenti ritengono che le statue fossero state rubate dalla chiesa, ormai chiusa da anni, per consentire ai residenti del posto di venerarle organizzando processioni e preghiere. Il tutto in nome dei boss, da tempo ormai in carcere al 41 bis. Secondo quanto si apprende non risultano che siano state presentate denunce riguardo il presunto furto delle tre sculture. I militari dell'Arma, che stanno indagando sulla vicenda, sono impegnati ad accertare il percorso che ha portato le tre sculture dalla chiesa di San Giovanni e Paolo di piazza Ottocalli alla sede dell'associazione dove sono state trovate.