Napoli, il Duomo inaugura l’installazione 'Dodici volti nel volto'

È la prima installazione a varcare le soglie del Duomo per essere ospitata nella Cripta di San Gennaro. Resterà visibile al pubblico fino al 19 settembre

Napoli, la Cripta di San Gennaro

Napoli, la Cripta di San Gennaro

Napoli, 5 maggio 2021 - Arte contemporanea e sociale si intrecciano e danno vita ad un’installazione che per prima varca le porte del Duomo di Napoli ed entra nella Cripta di San Gennaro. Nelle nicchie della cappella dodici ritratti in gesso instaurano un dialogo silenzioso con il luogo sacro.

La mostra in collaborazione con la Regione Campania 

Dal 7 maggio sarà visibile l'installazione “Dodici volti nel volto” del pittore e scultore Christian Leperino presentata dal Duomo di Napoli in collaborazione con la Regione Campania. L'installazione, che ha ottenuto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, resterà visibile al pubblico per tutto il periodo dei festeggiamenti del Patrono di Napoli che conducono alle celebrazioni del 19 settembre 2021.

Le sculture prendono origine da un progetto a scopo sociale

Le sculture, frutto di un lavoro di laboratorio svolto dall'artista con alcuni detenuti presso la Casa Circondariale di Poggioreale, a Napoli, hanno preso forma di volti dalla profonda espressività. 

L’artista, nella sua ricerca, intreccia al tema del paesaggio urbano la riflessione sul tempo, la memoria, le trasformazioni dei luoghi e i destini degli individui che li abitano. Nelle sue più recenti sculture alterna al modellato il calco, traccia di un corpo vivente, di un oggetto, di un frammento d'arte del passato.

Il rinnovo del prodigio

L’installazione prende il via proprio a qualche giorno dall’avvenimento del prodigio: alle 17.18  del 2 maggio infatti, dopo una giornata di preghiere e di speranza da parte dei fedeli, l’ampolla di San Gennaro contenente il sangue sciolto è stata mostrata in Duomo a conferma del rinnovo del prodigio. Il sangue infatti, rimasto solido durante le celebrazioni eucaristiche, ha preso forma liquida, per la gioia del popolo napoletano, che ha così scongiurato la “maledizione”.