Mercoledì 24 Aprile 2024

Napoli, documenti falsi a immigrati clandestini: blitz dei Carabinieri

Smantellata un’associazione a delinquere di 14 persone, tra cui un dipendente comunale di Napoli: procuravano permessi di soggiorno contraffatti, le indagini partite dopo gli attentati di Parigi

Operazione dei Carabinieri

Operazione dei Carabinieri

Napoli, 5 maggio 2021 – Si facevano pagare per produrre documenti e permessi di soggiorno falsi per immigrati clandestini extracomunitari. I Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Napoli hanno smantellato un'associazione a delinquere composta da cittadini stranieri e italiani, tra cui figura anche un dipendente del Comune di Napoli. L'uomo, 65 anni, si occupava del rilascio e del rinnovo delle carte d'identità, oltre che dell'emissione di certificati di residenza e stati di famiglia.

Il metodo

Il dipendente comunale aveva stabilito un tariffario per le sue "prestazioni". I guadagni illeciti, attraverso transazioni bancarie e i circuiti Money Transfer, finivano su conti correnti esteri. Ma non solo, perchè un altro modo per trasferire i soldi sarebbe stato il sistema "hawala", un meccanismo informale di trasferimento di valori basato sulle prestazioni e sull'onore di una vasta rete di mediatori, localizzati principalmente in Medio Oriente, Nord Africa, nel Corno d'Africa ed in Asia meridionale. Una procedura fortemente radicata nella cultura islamica che, secondo alcuni esperti, sarebbe utilizzata anche per finanziare il terrorismo.

Varie nazionalità

L’organizzazione operava per cittadini di varie nazionalità: pakistani, indiani, tunisini, marocchini, afghani, ucraini e russi, oltre che per extracomunitari delle 'aree di crisi' a rischio terroristico. Tra i 14 presunti componenti, notificati un arresto in carcere, due ai domiciliari e 11 obblighi di dimora con le accuse di associazione a delinquere finalizzata a favorire l'immigrazione clandestina, falso ideologico e materiale. Sequestrato anche un internet point che sarebbe stato il centro operativo del gruppo, e utilizzato per il trasferimento del denaro online.

Le indagini

Un'indagine lunga e complessa, partita addirittura dopo gli attacchi terroristici in Francia e in Belgio (tra il 2015 e il 2016). A coordinarla è stata la Procura di Napoli che contesta anche il reato di corruzione. Secondo quanto emerso, a capo dell'organizzazione c'erano due cittadini extracomunitari (uno dei quali proprietario dell'internet point sequestrato). L'organizzazione si estendeva oltre i confini italiani: gli indagati erano infatti in contatto con persone residenti in Belgio e Francia. La documentazione falsa per i permessi di soggiorno, stampata a Napoli, veniva fatta pervenire a persone residenti anche in quei Paesi.