Napoli, acquario Dohrn si rifà il look: grande successo alla riapertura

Tra pesci rari e tecnologia, centinaia di visite e corsa alle prenotazioni: il weekend è già sold out. All’inaugurazione anche Roberto Fico: “Posto straordinario”

Napoli, l'acquario Dohrn si rifà il look: grande successo alla riapertura

Napoli, l'acquario Dohrn si rifà il look: grande successo alla riapertura

Napoli, 8 giugno 2021 – Grande successo alla riapertura dell’acquario della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, tornato oggi ad accogliere i visitatori dopo tre anni di lavori di ristrutturazione che hanno portato al rinnovamento della struttura della villa comunale affacciata sul mare di via Caracciolo.

L’ingresso di oggi, a partire dalle 15, era gratuito e i visitatori prenotati sono stati 400, divisi in cinque gruppi da 80. Ma è già scattata la corsa alle prenotazioni: sold out, infatti, anche il weekend alle porte, quando, a partire da sabato, servirà però il biglietto per entrare.

Un restauro durato tre anni

Costruito nel 1874, l’acquario, uno dei più antichi al mondo, è stato interessato dall’intervento più importante e completo nei suoi quasi 150 anni di storia: “I lavori sono durati circa tre anni per ristrutturare la parte edile”, ha spiegato questa mattina Roberto Danovaro, presidente della stazione zoologica.

“Abbiamo dovuto rifare tutta la parte strutturale con cinque colonne portanti. Negli ultimi due anni abbiamo lavorato sulle vasche e negli ultimi sei mesi le abbiamo popolate – ha aggiunto –. L'acquario è un macrorganismo vivo, crescerà ancora ogni mese da qui a Natale apriremo nuove vasche. Sarà qualcosa di bello da vedere”.

Fico: “Giorno molto significativo”

Tra le autorità presenti questa mattina alla cerimonia di riapertura c’era anche il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico: “Oggi per me è un giorno molto significativo. Possiamo dire di aver restituito alla città un posto straordinario, che è una parte della storia della città e cuore pulsante della ricerca sul mare”.

Ha espresso soddisfazione anche il primo cittadino di Napoli, Luigi de Magistris: “È un segnale forte per tutto il Mediterraneo, Napoli si candida ad essere città della biodiversità”. Presente anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.

Oltre 200 specie animali e vegetali

“Anton Dohrn – ha ricordato Gaetano Manfredi, candidato sindaco ed ex ministro della Ricerca, anche lui all’inaugurazione – scelse Napoli per l'acquario in quanto grande capitale europea, ma anche città turistica. Quello che deve essere anche in futuro”.

Strutturato in 19 vasche, l’acquario conta circa 200 specie animali e vegetali, frutto di scambi con altri acquari o di pesca autorizzata, distribuite in nove diversi habitat che ricostruiscono gli ambienti del Mediterraneo, dai primi metri di immersione fino ai fondali più profondi.

Un mix tra passato e innovazione

Il complesso include anche delle vasche con pesci tropicali che simboleggiano i cambiamenti in corso nel Mare Nostrum, sempre più popolato da specie che stanno entrando dal Mar Rosso e da altri ambienti tropicali. In totale sono contenuti 180 metri cubi di acqua e la struttura si sviluppa su 507 metri quadrati.

Il restauro è stato un mix di innovazione e antichità. Antichità come i reperti di archeologia subacquea concessi in affidamento dalla Soprintendenza delle Belle Arti per il Comune di Napoli: anfore vinarie e olearie di epoca romana o le ancore litiche che in una delle vasche ricompongono i resti del parco archeologico sommerso di Baia.

Il ruolo di Ministero e Accademia

Le nuove tecnologie, invece, hanno interessato le vasche e tutta l'area centrale della stazione zoologica: dal consolidamento di cinque colonne portanti al salone espositivo, dagli ambienti retro-vasca ai locali tecnici, dagli stabulari agli spazi al piano seminterrato che ospita gli impianti tecnologici.

I lavori di restauro sono stati finanziati grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero dell'Università e della Ricerca e sono stati realizzati con il contributo dell'Accademia delle Belle Arti di Napoli sulla base di un progetto ideato e curato dalla Scuola di Design della Comunicazione.