Napoli, morte Arianna Flagiello: Cassazione conferma condanna per l’ex compagno

Arianna suicida dopo l’ultima lite. Aveva 31 anni. Veniva maltratta dall’uomo con cui viveva che dovrà scontare 19 anni. La sorella Valentina: "Sentenza che farà la storia"

Arianna Flagiello

Arianna Flagiello

Napoli, 24 novembre 2021 – Dopo l’ennesima lite si era lanciata nel vuoto dalla sua abitazione a Napoli. E’ morta così Arianna Flagiello, aveva 31 anni quando si tolse la vita nell'agosto del 2015 a causa ''dell'intollerabile disperazione conseguita alle condotte maltrattanti del compagno" scrivevano nelle motivazioni i giudici d'Appello. Ora la Cassazione conferma la condanna a 19 anni per Mario Perrotta, ex compagno di Arianna. Per la sua morte è stato ritenuto responsabile in primo e in secondo grado, e ora anche dai giudici della sesta sezione penale della Suprema Corte, l'ex compagno. Dopo l'udienza che si è tenuta ieri mattina i giudici di piazza Cavour hanno dichiarato inammissibile il ricorso dell'imputato condannandolo al pagamento di ulteriori spese per le parti civili costituite: i genitori e la sorella della vittima e l'Associazione salute Donna. La condanna a 19 anni di reclusione per maltrattamenti aggravati da morte come istigazione al suicidio e tentata estorsione diventa ora definitiva. “Una sentenza importante che arriva nel mese di novembre dedicato al contrasto della violenza di genere'', commenta l'avvocata Giovanna Cacciapuoti legale di parte civile per Salute Donna.

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Maltrattamenti morali e psicologici

''E' una sentenza che soddisfa tutte le parti civili – commenta l'avvocata Giovanna Cacciapuoti legale di parte civile per Salute Donna - E' importante vedere riconosciuta la responsabilità dell'autore di violenza. La particolarità di questa vicenda è che si è trattato di maltrattamenti morali, psicologici. Da questa condizione di maltrattamenti estremi ne è derivata la morte per suicidio''. ''Quella della Cassazione - sottolinea l'avvocata Cacciapuoti - è una pronuncia importante che ha ribadito un principio, non consolidatissimo, secondo il quale quando vi è la prova che la decisione di togliersi la vita è indotta da una condizione di prostrazione che si vive a causa di maltrattamenti allora ci si trova davanti a un reato di maltrattamento aggravato dalla morte, una conseguenza diretta, dunque, di quella situazione di dolore”. 

La sorella Valentina: "Sentenza che farà la storia"

"Nessuno potrà riportare Ary tra noi, ma sapere che la Giustizia ha saputo leggere la tragedia vissuta da mia sorella, ci solleva e ci fa sentire meno soli". A parlare è Valentina Flagiello, sorella di Arianna:"Questa sentenza farà storia, - sottolinea Valentina - perché si è finalmente arrivati alla comprensione che le parole uccidono, feriscono ma non lasciano segni visibili all'esterno. Restano nell'anima. Un grazie a tutti coloro che ci hanno abbracciati e ci hanno dato la forza di non mollare", ha concluso la sorella di Arianna. 

Criminologa, Arianna uccisa dalle mortificazioni subite

Per la criminologa Antonella Formicola, che ha assistito la famiglia Flagiello lungo tutto l'iter processuale nella veste di consulente di parte: la sentenza con la quale è stato condannato Perrotta "è stata fondamentale e ha creato a mio avviso un precedente importante. Tante volte le violenze psicologiche sono trattate in maniera più leggera rispetto a quelle fisiche ma in realtà anche questa tipologia di maltrattamento può uccidere e il caso Flagiello lo ha dimostrato. Arianna è stata uccisa dalle mortificazioni e dalle vessazioni mentali che il Perrotta le ha creato, offendendola, umiliando e minacciandola verbalmente. In questi casi non ci sono nè vincitori nè vinti, nulla restituirà Arianna ai suoi cari ma, il martirio di questa giovane donna non è stato vano. Oggi, la giustizia ha fatto un grande passo in avanti dando speranza attraverso la sentenza Flagiello a tante donne ancora impaurita e indecise sul denunciare. Che ben vengano queste pene giuste, io sono convinta che solo punendo aspramente questi gesti meschini si può tentare di scoraggiare gli uomini violenti dal compiere gesti così efferati. La giustizia c'è, e i cittadini devono saperlo", ha concluso Formicola.