Minacce sindaco Sant'Antonio Abate, due arresti di camorra nel Napoletano

"Spero sia di esempio agli imprenditori", commenta Ilaria Abagnale, la prima cittadina bersaglio di intimidazioni di un clan emergente. Volevano mano libera sugli appalti comunali

Ilaria Abagnale, prima cittadina di Sant'Antonio Abate

Ilaria Abagnale, prima cittadina di Sant'Antonio Abate

Napoli, 14 ottobre 2022 – “Il sindaco si faccia i c. suoi: la smetta di fare il carabiniere, altrimenti può succedere qualcosa ai suoi figli”. È l'intimidazione fatta arrivare all’indirizzo di Ilaria Abagnale, la prima cittadina di Sant'Antonio Abate, Comune sui Monti Lattari nel Napoletano. A inviare le pressioni, il boss di un clan emergente della camorra locale, nel tentativo di avere mano libera sugli appalti pubblici delle luminarie e della fornitura di marmi. La sindaca non ha esitato un attimo e ha denunciato tutto alle forze dell'ordine.

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Estorsione e violenza: due arresti

Oggi due persone del Napoletano – una di Torre Annunziata e l’altra di Castellammare di Stabia sono finite agli arresti domiciliari, indiziati per tentata estorsione e violenza privata, aggravate dalla modalità mafiosa. Non solo minacce alla sindaca Abagnale, ma anche estorsioni ai danni di due aziende: una ditta incaricata del montaggio e smontaggio delle luminarie natalizie e di una ditta di lavorazione di marmi e pietre. I fatti risalgono tra gennaio e aprile 2022 e sono state messe in atto a Sant'Antonio Abate e a Santa Maria La Carità.

“Uno degli indagati, inoltre – scrive la Procura – a febbraio 2022, avrebbe rivolto, per interposta persona, minacce e intimidazioni al sindaco di Sant'Antonio Abate, nel tentativo di costringerlo a non interferire con la criminalità nelle procedure di assegnazione degli appalti pubblici”.

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Abagnale: “Serviva un atto di coraggio”

“Appena ho saputo che erano in pericolo i miei figli – ha spiegato al Mattino la sindaca Ilaria Abagnale – ho capito che serviva un atto di coraggio e che non potevo più attendere per il bene della mia famiglia e della città. Ho denunciato e spero che la mia scelta possa essere d'esempio per gli imprenditori di Sant'Antonio Abate. Solo così possiamo difendere la nostra città e garantire un futuro ai nostri figli”.

Solidarietà è stata espressa alla prima cittadina dal Circolo intercomunale della Legalità di Castellammare di Stabia, intitolato alla memoria di Michele Cavaliere e dal coordinamento regionale della Campania di Sos Impresa Rete per la Legalità Aps. “Intorno alla sindaca e alla sua famiglia – scrivono le associazioni anticamorra – è necessario creare una rete di protezione che deve vedere coinvolti, non solo gli uomini e le donne delle forze dell'ordine, bensì l'intera comunità di Sant'Antonio Abate e dell'intera area stabiese”.