Infermiera aggredita al Santobono di Napoli. La madre di un paziente 12enne: "Io ti sparo"

I genitori del ragazzino non erano d'accordo sul farmaco da somministrare. È intervenuta la polizia. "Mi è stata quasi lanciata una bombola di ossigeno e un estintore”, racconta la vittima. Nessun tocchi Ippocrate invita le famiglie presenti a "costituirsi partre civile"

Napoli, 15 novembre 2022 – Due genitori aggrediscono e minacciano un'infermiera: non erano d’accordo sulla somministrazione di un farmaco al proprio figlio. È successo ieri sera al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove le minacce sarebbero continuate per un paio d’ore. “Mi è stata quasi lanciata una bombola di ossigeno e un estintore”, racconta la vittima dell’aggressione. È intervenuta la polizia. E, mentre i genitori litigavano, il figlio 12enne li implorava in lacrime di smettere. Le urla della madre all’infermiera: “Io ti sparo”. Ma non solo. “Mi è stato impedito di svolgere il mio lavoro, sono stata nascosta dalle mie colleghe in uno stanzino, rinchiusa a chiave per difendermi”, aggiunge la sanitaria.

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L'ospedale pediatrico Santobono di Napoli
L'ospedale pediatrico Santobono di Napoli

Il racconto dell’infermiera

A denunciare la gravissima vicenda è il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, che ha raccolto il racconto dell’infermiera postandolo sui social. ''Le scrivo per raccontarle un episodio spiacevole: un atto di violenza – continua la donna – che ha interrotto il servizio del pronto soccorso del Santobono per più di due ore, mettendo a rischio la salute mia e soprattutto quella dei piccoli pazienti che non hanno potuto ricevere degna assistenza in quei momenti”.

Parole pesanti quelle che contribuiscono l’accaduto. "Sono stata oggetto di minacce e violenza per più di 2 orespiega l'infermiera –: mi è stata quasi lanciata una bombola di ossigeno e un estintore per aver somministrato, chiedendo al genitore presente, del Nurofen a un ragazzo di 12 anni con un dolore toracico, dolore valutato ben due volte secondo i protocolli in uso. Ma la madre, non presente alla valutazione, non era d'accordo sulla somministrazione del farmaco visto che il paziente era a suo dire asmatico, ma non ho avuto modo di farle capire che le due cose non sarebbero mai state correlate. Sono stanca di svolgere il mio lavoro così, non ho più voglia di combattere la violenza e la mancanza di rispetto per noi operatori sanitari”.

Le reazioni delle famiglie

Ieri sera il pronto soccorso del Santobono era pieno di famiglie, con i piccoli pazienti che hanno dovuto assistere alla brutale aggressione dell’infermiera. L’ospedale si è fermato, Gli attivisti di “Nessuno tocchi Ippocrate” invitano i “genitori dei bimbi presenti ai fatti” a “costituirsi parte civile nell'eventuale processo contro gli aggressori”.

“Mio figlio stanotte non ha dormito: queste sono le parole di una giovane mamma, al telefono con la nostra associazione, la quale stanotte ha assistito, insieme al suo piccolo, alla violenta aggressione avvenuta tra le mura dell'ospedale Santobono di Napoli. E come lei tante ci stanno contattando: al di là delle minacce subite dal personale sanitario c'è un danno maggiore, quello arrecato ai piccoli testimoni presenti al momento dei fatti”. A lanciare l’allarme è “Nessuno Tocchi Ippocrate”, il gruppo Facebook che denuncia le aggressioni agli operatori sanitari.

"Costituitevi parte civile"

“Questi bimbi avranno per sempre impresse nella mente le urla, gli spintoni e le minacce di quelle persone, e sicuramente attribuiranno l'immagine dell'ospedale ad un luogo ‘non sicuro’ dove si urla e si litiga. A quanto riferito dal personale, sembra che all'interno di uno dei box visita c'era un piccolo di pochi mesi con il pediatra il quale ha dovuto interrompere ogni attività assistenziale”, denuncia il gruppo social. “Il nostro messaggio va agli aggressori: avete offeso e minacciato il personale sanitario, e potremo anche passarci sopra e metterlo nel conto della quotidianità, ma la paura e il terrore che avete seminato nei piccoli pazienti in attesa di visita non ve lo perdoneremo mai”. Ecco perché: “La salubrità mentale dei più piccoli deve essere la priorità, quella contribuisce ad una sana crescita”.