Giovedì 18 Aprile 2024

Finti medici diagnosticavano tumori inesistenti: una 54enne morta dopo i trattamenti

Due fratelli si spacciavano per sanitari nel Beneventano: uno è finito ai domiciliari con l'accusa di omicidio preterintenzionale, l'altro è indagato per lesioni aggravate.

Intervento medico (foto d'archivio)

Intervento medico (foto d'archivio)

Benevento, 21 settembre 2022 – Diagnosticavano patologie inesistenti a ignari pazienti che, pensando di avere un tumore e altre gravi malattie, si sottoponevano a cure fasulle. Una donna sarebbe morta proprio a causa di questi trattamenti, effettuati con sostanze curative rivelatesi invece dannose. È l'accusa rivolta nei confronti di due fratelli, sedicenti medici, raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare dal gip del tribunale di Benevento.

Uno dei due è finito ai domiciliari, accusato di omicidio preterintenzionale, lesioni aggravate e truffa aggravata. Per l'altro fratello è stata disposta la misura dell'obbligo di dimora per il reato di lesioni aggravate. Le indagini sono state avviate alla fine del mese di marzo 2021, a seguito della denuncia sporta dai familiari di una donna curata dagli indagati. Si tratta di una 54enne, morta probabilmente a causa di una terapia non scientifica. È emerso che i due fratelli, approfittando dello stato di vulnerabilità dei loro pazienti, intimoriti da patologie immaginarie diagnosticate dai due sedicenti medici, esercitavano abusivamente l'attività sanitaria in assenza di qualsivoglia titolo abilitante.

Le indagini: cosa è emerso

I due fratelli non si limitavano a prescrivere medicinali o altri rimedi naturali, ma praticavano anche trattamenti pseudosanitari e pseudoterapeutici. In particolare, proponevano un modello di cura per le malattie oncologiche, paventando un rapporto di collaborazione con un luminare tedesco, esperto di "medicina naturale". Praticavano anche trattamenti per endovena e autotrasfusioni ematiche, con metodiche artigianali e con miscele di sostanze non meglio specificate, dannose per la salute. Secondo la tesi della procura, è stata proprio una di queste metodologie di cura ad avere causato la morte di una donna di 54 anni che versava in realtà in buone condizioni di salute e non soffriva di alcuna patologia tale da rendere necessarie terapie invasive e, in questo caso, non scientificamente validate.

L'attività illecita dei due fratelli, che svolgevano principalmente nel territorio del beneventano, non si era fermata neppure dopo l'esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo dell'appartamento che avevano adibito a studio medico, provvedimento disposto dal gip sempre su richiesta della procura di Benevento, per esercizio abusivo della professione sanitaria.