Mercoledì 6 Novembre 2024

Estorsione Savoia Calcio, costretti al pizzo per scendere campo: 5 arresti nel Clan Gionta

La società di Torre Annunziata avrebbe versato soldi per continuare il campionato Eccellenza Campania. Tra gli arrestati anche un boss: chi sono. Tra i reati, anche usura e minacce a un imprenditore ittico: tassi al 162%

Napoli, 30 ottobre 20234 – Estorsione al Savoia Calcio, 3mila euro per poter scendere in campo. È solo l’ultimo tassello di un sistema di pizzo: negli ultimi due anni, la società calcistica di Torre Annunziata ha dovuto sborsare 130mila euro per poter giocare in Eccellenza Campana. Stamattina, sono state arrestate cinque persone vicine al Clan Gionta. Il Savoia Calcioi è una società storica del territorio, tra i suoi presidenti anche Emanuele Filiberto (estraneo a tutta la vicenda).

I reati contestati dalla Dda di Napoli sono, a vario titolo sono di estorsione e usura, aggravati dal metodo mafioso. soldi Secondo i carabinieri, gli indagati avrebbero anche concesso prestiti usurari a un imprenditore nel settore ittico, poi pesantemente minacciato per costringerlo a restituire il debito. Ai cinque indagati i militari di Torre Annunziata hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Napoli.

Usura, tasso al 162% 

L'imprenditore ittico finito nelle maglie del clan era in difficoltà economica: a fronte di un prestito di poco superiore ai 20mila euro era arrivato a dover restituire a causa delle reiterate rinegoziazioni, quasi 45mila euro, di cui oltre 24mila euro solo di interessi, pari a un tasso d'interesse del 162%. E per costringerlo a pagare la vittima sarebbe stata fortemente minacciata.

Il pm: “Estorsione ambientale”. Ecco cos’é

Gli inquirenti la chiamano "estorsione ambientale": è una particolare forma di quel reato che viene perpetrata senza minacce, senza formulare richieste esplicite, ma semplicemente ricordando alla vittima la caratura criminale di colui che si trova di fronte. In pratica la camorra ottiene il risultato desiderato con "il minimo dispendio di energie". Ed è questo il modus operandi del clan Gionta, emerso anche in occasione dell'estorsione ai danni del Savoia Calcio.

Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri di Torre Annunziata e coordinate dalla Dda, è stata proprio quella la dinamica della richiesta estorsiva subita dai dirigenti della società che successivamente ai fatti contestati ha visto tra i suoi presidenti anche Emanuele Filiberto (estraneo a tutta la vicenda).

La ricostruzione dei fatti

Nell'agosto del 2022 il direttore sportivo del Savoia Calcio viene convocato a casa di uno degli arrestati: si tratta di Felice Savino, detto "Peracotta", elemento di spicco del clan Gionta, in quel momento ai domiciliari. Ad accompagnarlo è un altro degli arrestati, Ciro Scognamiglio.

Savino riceve la vittima sul lastrico solare dell'abitazione e dopo avergli fatto chiaramente intendere di essere in stato di arresto gli offre "la sua protezione e il suo appoggio... per qualsiasi cosa".

A fine incontro Scognamiglio, mentre lo accompagna all'uscita dice al ds: "Bisogna tenerselo buono questo qua". Sta di fatto che qualche mese dopo, nell'ottobre del 2022, il dirigente presenta le dimissioni irrevocabili dall'incarico.

Chi sono i cinque arrestati

Le misure cautelari notificati dai militari dell'Arma riguardano il 65enne Felice Savino, uno dei boss del Clan Gionta di Torre Annunziata, e il suo braccio destro Ciro Scognamiglio, 44 anni. In manette ancheil 60enne Salvatore Ferraro, la 58enne Filomena Bove e Giuseppe Ferraro, 33 anni.

Ai primi due viene contestato il concorso nell'estorsione aggravata e continuata al Savoia. Ai restanti tre invece l'usura, anche questa in forma continuata e aggravata, risalente al luglio del 2021 e commessa tra Torre Annunziata e le province di Venezia e Rovigo, oltre alle contestuali minacce.