Giovedì 25 Aprile 2024

Rifiuti, Napoli aiuterà Roma a fronteggiare l'emergenza. De Magistris: "Atto doveroso"

Le discariche del Napoletano smaltiranno 150 tonnellate al giorno provenienti dalla Capitale per quasi tre mesi. Si parte il 4 ottobre, De Magistris ha dato il via libera con la firma dell'incarico alla società pubblica Sapna

Emergenza rifiuti a Roma

Emergenza rifiuti a Roma

Napoli, 30 agosto 2021 – Sarà Napoli a smaltire i rifiuti di Roma, 150 tonnellate di immondizia provenienti ogni giorno dalla Capitale per quasi tre mesi. A partire dal 4 ottobre e fino al 31 dicembre, le discariche napoletane smaltiranno il pattume che sta soffocando i quartieri romani. Una soluzione che ha dell’incredibile quella annunciata oggi dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, sceso in prima linea per aiutare la Capitale a superare l’emergenza rifiuti.

“Accogliere la richiesta di Roma, per scongiurare una crisi gravissima sui rifiuti che avrebbe conseguenze disastrose per il popolo romano e anche per il Paese intero per la ricaduta d'immagine che ne conseguirebbe, è un atto istituzionale che sentiamo doveroso e giusto”, spiega il sindaco uscente di Napoli. De Magistris parla di “leale cooperazione” e “solidarietà” verso chi si trova in difficoltà nella gestione dei rifiuti. Dopo il braccio di ferro tra il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, e la sindaca capitolina Virginia Raggi sull’apertura delle discariche e il commissariamento della gestione rifiuti – minacciato dalla Regione e poi congelato da un ricorso al Tar – la soluzione, anche se temporanea, arriva dalla Campania. Rifiuti, la sindaca Raggi si rivolgerà alla Procura: "L'emergenza va risolta"

“Oggi, in qualità di sindaco della città metropolitana di Napoli – dice De Magistris, ormai candidato a governatore della Calabria – ho autorizzato Sapna, la nostra società interamente pubblica che gestisce tutti gli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti dell'intera area metropolitana, di accogliere la richiesta di aiuto di Ama, l'azienda dei rifiuti della città di Roma, di ricevere una quota di rifiuti per scongiurare un'emergenza nel Lazio e nella Capitale. Dopo aver fatto tutte le verifiche tecniche da parte dei nostri dirigenti, siamo in grado dal 4 ottobre fino al 31 dicembre, senza alcuna ricaduta di efficienza nel trattamento dei rifiuti sui nostri territori, che hanno ovviamente l'assoluta priorità, di ricevere circa 150 tonnellate di rifiuti della capitale d'Italia al giorno”. Rifiuti Roma, Ama lancia nuovo allarme e chiede riapertura di 3 discariche del Lazio

Secondo de Magistris “ci sarebbe molto da dire sul come mai una Capitale che è stata destinataria di due leggi speciali si trovi in questa situazione”. E continua: ''Così come stiamo da tempo aiutando Benevento, con le esigenze pressanti della comunità beneventana che rischierebbe l'emergenza rifiuti – conclude –. E voglio fare un plauso a tutti coloro che hanno creduto nella gestione tutta pubblica del ciclo dei rifiuti. Anche in collaborazione con privati che hanno condiviso però indirizzo, coordinamento e visione pubblica. Così abbiamo sconfitto l'emergenza rifiuti che trovava fondamento in un legame criminale tra politica, affari e criminalità organizzata". Roma, Albano Laziale: riapre la discarica, proteste davanti ai cancelli

Maresca: "Campagna elettorale sulla pelle dei napoletani"

Dura la stoccata di Catello Maresca, candidato sindaco di Napoli per il centrodestra, sulla decisione di accogliere i rifiuti di Roma nelle discariche napoletane. "Mentre Napoli e l'area metropolitana sono invase da cumuli di rifiuti, de Magistris pensa bene di fare campagna elettorale in Calabria sulla pelle dei napoletani – dice Maresca – accollandosi lo smaltimento di quelli di Roma. Forse il tempo impiegato in un'altra regione lo ha distolto dalla realtà in cui versa la città dopo 30 anni di amministrazione delle sinistre, anni in cui non si è fatto nulla su questo tema, se non far pagare ai napoletani le tasse sui rifiuti più alte d'Italia".  E prosegue: "Il sindaco marziano aveva promesso la raccolta differenziata al 70%, ma negli ultimi dieci anni ha raggiunto soltanto il 37%. E si tornerà come prima, a meno che i napoletani non scelgano di cambiare passo. Noi vogliamo risolvere il problema, non tirare a campare", conclude.