Narcotraffico, smantellata potente rete internazionale di Raffaele Imperiale: 28 arresti

Il gruppo importava cocaina da Spagna, Paesi Bassi e Colombia per rifornire i clan napoletani, le cosche calabresi e la piazza di spaccio di Milano. Era l'organizzazione tra le più potenti al mondo. La droga veniva stoccata anche in Emilia Romagna e Lazio.

Napoli, 16 novembre 2022 – Smantellato un traffico internazionale di droga gestito da Raffaele Imperiale, il broker napoletano ca capo di un’organizzazione tra le più potenti al mondo. Sono 30 gli indagati finiti nell’inchiesta sui narcos che ha portato prima sulle tracce del 45enne Bruno Carbone – catturato ed estradato ieri da Dubai, dove viveva in latitanza dal 2003 – braccio destro di Imperiale, l’uomo potentissimo che per anni ha gestito i traffici di droga importando da Spagna, Paesi Bassi e Colombia per conto del clan Amato-Pagano di Secondigliano a Napoli. Stamattina sono state arrestatei 28 affiliati al gruppo Imperiale,  tra pezzi da novanta e soldati semplici. 

Al centro del traffico internazionale c’erano soprattutto ingenti quantità di cocaina, che arrivava dal Sud America nascosta all'interno di container. Giunto in Europa, lo stupefacente veniva distribuito da autotrasportatori compiacenti e nascosto all'interno di depositi, covi e nascondigli in Campania, Calabria, Emilia Romagna e Lazio.

Parte della droga sequestrata al gruppo Imperiale
Parte della droga sequestrata al gruppo Imperiale

Affiliati al gruppo Imperiale: chi sono gli arrestati

A fare il punto su una inchiesta per uno dei gruppi più potenti a livello mondiale del narcotraffico, il provvedimento restrittivo firmato dalla gip di Napoli, Linda D'Amore, che questa mattina ha portato a 28 arresti. Oltre a Raffaele Imperiale – già detenuto dopo una lunga latitanza a Dubai, dove è stato estradato – destinatari della misura cautelare in carcere sono il suo braccio destro Bruno Carbone, "direttore e organizzatore del gruppo", Corrado Genovese "quale contabile" e un esercito di affiliati "che contrattava, ritirava" e smerciava la droga, "prima nascondendola nei tir e poi nei covi".

Bruno Carbone catturato a Dubai, il re dei narcos era latitante dal 2003

Da Napoli a Milano e Gioia Tauro: i traffici in Italia

Un'associazione che aveva basi d'appoggio non solo a Napoli – dove rifornivano anche l market della droga del Parco Verde di Caivano per conto della Camorra – attrraverso il clan Amato-Paganoma avevano rapporti anche con le cosche calabresi e, in particolare, con i Mammoliti-Palamara-Bruzzanti che a loro volta piazzavano droga a Gioia Tauro e Milano. "Una imponente organizzazione di uomini, di mezzi di trasporto e di comunicazione, con telefoni dotati di speciali applicazioni per criptare le comunicazioni tra affiliati", scrive il giudice.

Con una massiccia "disponibilità' di denaro, in parte usato per gli acquisti di droga e in parte reinvestito". Inoltre, chi entrava a far parte del gruppo Imperiale, doveva usare chat particolari "cosi' da evitare di essere intercettati". Tra gli arrestati anche Gianmarco Cerrone, capace di reinvestire i milioni dello spaccio in oro. Otto gli acquisti documentati di lingotti tra il 2 novembre del 2020 e il 7 dicembre. Cifre che si aggirano da un milione fino a 500mila euro per un totale di quasi 10 milioni di euro.