Crollo cimitero di Poggioreale, Manfredi: "Accelerazione sul recupero delle salme"

Per il riconoscimento dei corpi dei defunti si dovrà far ricorso anche al Dna. Don Battaglia: "Si ha il dovere di seppellire degnamente quei resti, sono storie di sacrifici"

Napoli, 2 novembre 2022 - Nel giorno della ricorrenza dei Defunti al cimitero monumentale di Poggioreale a Napoli si lavora al riconoscimento delle salme dopo l’ultimo crollo d’inizio ottobre. In divesi casì per ricostruire l'identità dei cadaveri si dovrà far ricorso anche all’esame del Dna. Per ora sono in corso gli interventi di recupero delle salme. 

"Stiamo lavorando laddove la competenza è del Comune e in parallelo stiamo accelerando le procedure di recupero delle salme interessate dai crolli perché dopo il dissequestro, avvenuto poche settimane fa, adesso insieme ai vigili del fuoco sono iniziate le operazioni", ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, a margine delle celebrazioni per la giornata dei defunti nel cimitero di  Poggioreale rispondendo a domande relative ai crolli verificatisi nel sito nel mese di gennaio e ottobre.

Per quanto riguarda il riconoscimento dei corpi raccolti, il sindaco ha spiegato che "c'è una procedura concordata con i vigili del fuoco e con i carabinieri che prevede il recupero e progressivamente la raccolta di tutte le informazioni che vengono prelevate in sede di recupero delle macerie. Lì dove tale procedura non sarà possibile, il riconoscimento si opererà con il DNA".

Una seconda sepoltura

Lo strazio di una seconda sepoltura attende i familiari dei defunti. Nella giornata di venerdì scorso, il sindaco Manfredi e l'assessore Santagada hanno incontrato i comitati che raccolgono i parenti delle salme interessate dai crolli. "Abbiamo manifestato ai familiari - ha riferito Manfredi - la vicinanza dell'amministrazione e il massimo impegno per poter procedere rapidamente a una dignitosa sepoltura delle salme ed anche l'impegno a far partecipare i comitati a tutte le opere di recupero e riconoscimento". In merito alla sicurezza dei siti, Manfredi ha affermato che "l'area ora è sicura, c'è il controllo dei periti della Procura e dei nostri consulenti: la situazione è stabilizzata già da marzo". 

Battaglia: "Bisogna dare risposte chiedendo giustizia"

"Si ha il dovere di seppellire degnamente quei resti perché sono storie di sacrifici. Si ha il dovere di dare risposte chiedendo giustizia e pietà per chi non abbiamo saputo proteggere nel sonno della morte. Quei resti sono la memoria del nostro passato, quelle tombe non sono monumenti lasciati al tempo, ma sono presenza di grandi e di piccoli, di uomini e donne che ancora oggi ci narrano l'amore che hanno avuto per i loro familiari". Sono le parole pronunciate dall'arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, in un passaggio dell'omelia per la celebrazione dei defunti che si è svolta nella chiesa del cimitero di Poggioreale. 

"Non possiamo dimenticare il fatto accaduto - ha proseguito - non possiamo tacere le conseguenze che ha avuto e non possiamo coprirne le responsabilità. La vicinanza sta proprio nel ricercare la verità e difenderla, nel promuovere una collaborazione reciproca in cui la fraternità si respira nell'accoglienza delle necessità di chi ha avuto una doppia perdita: la morte e lo scempio dei resti mortali. Accomunati dallo stesso dolore cerchiamo giustizia, perché non accada più una situazione simile. Abbiamo bisogno - ha aggiunto - di creare luoghi sicuri in cui possiamo piangere senza avere la paura di crolli, abbiamo bisogno di dare dignità alle tombe, a tutte le tombe". 

Nel corso dell'omelia, monsignor Battaglia ha inoltre evidenziato che "ciò che è accaduto nel cimitero di Poggioreale, ci fa scoprire la nostra nudità, la povertà dell'essere umano, ci fa scoprire anche il nostro essere fratelli gli uni degli altri. Quando accadono situazioni spiacevoli, ci accorgiamo che abbiamo bisogno di prenderci cura gli uni degli altri e allora seppellire i morti non riguarda solo la pietà religiosa di un popolo, ma il senso civile dello stare insieme". 

Battaglia ha richiamato "tutti ad assumersi la responsabilità di seppellire i morti perché ci appartengono" ed ha sottolineato che bisogna "avere cura dei propri defunti, di tutti i defunti anche di quelli di cui non si conosce il nome: questo si chiama rispetto per tutto ciò che è vita dal suo nascere al suo tramonto e il rispetto è la cifra della civiltà di un popolo, è il grado più alto di vita spirituale per chi si rivolge al Dio dei viventi e il rispetto - ha concluso - richiama non solo la dignità di chi è morto, ma anche quella delle famiglie accomunate dallo stesso dolore. Non sono solo ossa senza nomi: quei resti rimandano a storie, a volti"