Covid, risarcimento per medici morti. Avano: "Con la bocciatura, uccisi una seconda volta"

Il figlio di Mario Avano, medico di famiglia di Napoli morto di Covid, commenta la bocciatura del Senato al risarcimento dei familiari. "Medici a mani nude" è l'associazione creata dai figli di Avano e che rappresenta 35 famiglie di medici deceduti sul campo

Napoli, 15 febbraio 2022 – Bocciato in Senato l’emendamento sui risarcimenti, le famiglie dei medici morti per Covid insorgono. “È come se questi medici, già morti una volta, fossero stati uccisi di nuovo", commenta Gennaro Avano, figlio del medico di base napoletano Mario Avano, morto a causa del Covid nel 2020 mentre svolgeva la sua professione nel quartiere Barra, a Napoli. All’epoca non solo non esistevano i vaccini, ma molti medici erano costretti a lavorare a “mani nude”, senza mascherine e altri sistemi di protezione de questo virus letale.

"L'emendamento bocciato è un'occasione persa da parte dello Stato e delle istituzioni per dare un segnale alle famiglie che hanno perso un familiare, medico o pediatra, a causa del Covid durante la pandemia”, sottolinea il figlio del medico morto. Gennaro, il figlio del dottor Avano, racconta di aver dato vita a “Medici a mani nude”, l'associazione che ha costituito insieme alla sorella dopo la morte del padre per sensibilizzare le istituzioni ad un giusto riconoscimento. Un riconoscimento che si sperava arrivasse con un emendamento al decreto Ristori e che consentiva un indennizzo ai familiari, a certe condizioni, di medici o pediatri morti a causa del Covid nell'esercizio delle proprie funzioni, ma che il Senato ha bocciato recentemente, eliminando il testo in modo definitivo.

"Medici di serie B"

La proposta dovrà essere ripresentate, se il Parlamento vorrà farlo. "Il testo del provvedimento, così come era scritto, aveva molte limitazioni – conferma Gennaro Avano – perché l'indennizzo era riconosciuto solo per il coniuge a carico, figli inabili al lavoro e figli minori. Fortunatamente sono pochi i figli disabili dei sanitari, così come pochi sono i casi di figli con meno di 18 anni, però era un riconoscimento doveroso, anche perché alcune famiglie sono monoreddito e contavano sulle entrate del genitore sanitario deceduto”.

Con la bocciatura dell'emendamento “si sono creati medici di serie A e medici di serie B: i primi, i medici ospedalieri deceduti, che già vedevano riconosciuto alle proprie famiglie l'indennizzo tramite l'Inail, e i secondi, i medici di base, più esposti anche per mancanza di dispositivi di protezione, sono ora considerati sanitari di serie B", osserva amaramente Avano. "Eppure erano tutti medici e ognuno di loro curava i propri pazienti", sottolinea.

L'associazione delle famiglie

Il problema sui mancati risarcimenti per la morte dei sanitari dislocati sul territorio sta anche nel fatto che i medici di medicina generale non sono dipendenti del Servizio sanitario nazionale, ma solo convenzionati con il sistema sanitario. Diversamente dai medici di ambito ospedaliero, che invece dipendono dal Ssn. Oggi l'associazione costituita da Avano, studente di medicina come la sorella, è costituita da più di 35 famiglie che hanno perso un caro, medico o pediatra: "Cerchiamo di sostenerci e di ottenere la giusta tutela per il sacrificio che hanno fatto i nostri genitori", conclude.