Giovedì 18 Aprile 2024

Napoli, "patto di ferro" con i Casalesi: l'ex forzista Cosentino condannato a 10 anni

Per i giudici della Procura di Napoli, l'ex coordinatore campano di Forza Italia era diventato il referente nazionale del clan dei Casalesi: appoggio elettorale in cambio di un contributo ai camorristi

Nicola Cosentino, ex coordinatore campano di Forza Italia

Nicola Cosentino, ex coordinatore campano di Forza Italia

Napoli, 21 luglio 2021 – Condannato a dieci anni di reclusione l'ex coordinatore campano di Forza Italia, Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno in associazione camorristica. Secondo i giudici della Procura di Napoli, Cosentino era diventato referente politico nazionale del clan dei Casalesi, con il quale l'ex sottosegretario berlusconiano avrebbe stretto un patto di ferro per ottenere appoggio elettorale in cambio di un contributo ai camorristi.

Un'accusa che in primo grado gli era costata una condanna a nove anni di reclusione (i pm ne avevano chiesti 16) e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre oggi in appello i magistrati hanno stabilito una pena di dieci anni.

Il processo Eco4

La vicenda è quella relativa al cosiddetto processo Eco4. Fra le accuse, da qui il nome dell'inchiesta, ci sono i presunti favori relativi all'appalto sui rifiuti vinto nel 1999 dai fratelli Orsi, imprenditori ritenuti vicini al clan Bidognetti.

Il processo ha scandagliato le procedure della gara indetta dal Ce4, consorzio di 20 Comuni del casertano che si occupava del ciclo dei rifiuti. Secondo i pm, sarebbe stato proprio Cosentino a permettere ai fratelli Orsi di associarsi al consorzio creando la società mista Eco4, che ottenne poi affidamenti diretti. Ma se in primo grado Cosentino è stato riconosciuto come il "referente nazionale del clan dei Casalesi" almeno fino al 2004, la Dda di Napoli ha presentato appello sostenendo che l'appoggio dell'ex sottosegretario ai Casalesi fosse andato avanti almeno fino al 2007-2008. Da qui la richiesta di una pena maggiore di quella decisa in primo grado.

Le accuse dei collaboratori di giustizia

Un processo, quello a Cosentino, basato anche sulle parole dei collaboratori di giustizia, e che lo vede, stando alle accuse, come il dominus del Ce4, all'interno del quale l'ex sottosegretario avrebbe fatto assumere molta gente nei periodi pre-elettorali, così “controllando” il risultato di varie elezioni, soprattutto nei Comuni rientranti nel bacino del consorzio. Il tutto, sempre stando ai pm, con la consapevolezza che i fratelli Orsi fossero vicini ai clan.

I precedenti: il processo Carburanti e la presunta P3

Nel giugno del 2019, Cosentino era stato assolto dalla Cassazione (che ha rigettato il ricorso della procura generale) nell'ambito del processo Carburanti. In questo caso, l'ex sottosegretario era alla sbarra insieme ai suoi fratelli Giovanni e Antonio e ad altri imputati, accusati a vario titolo di estorsione e concorrenza illecita aggravati dalle modalità mafiose. I fatti facevano riferimento all'azienda di famiglia dei Cosentino, l'Aversana Petroli. Nell'ottobre del 2018 la Corte d'Appello di Napoli lo aveva assolto, mentre in primo grado Cosentino era stato condannato a 7 anni e sei mesi di carcere. Definitiva, invece, la condanna a 4 anni di reclusione per aver corrotto un agente della polizia penitenziaria del carcere di Secondigliano allo scopo di introdurre in cella generi alimentari, vestiti e un Ipod.

Infine, nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta P3,Cosentino è stato condannato a dieci mesi per diffamazione e violenza privata nei confronti dell'ex presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro.