Comuni sciolti per mafia, il prefetto di Napoli: "Fenomeno preoccupante"

Otto i Comuni del Napoletano sotto i riflettori per le infiltrazioni camorristiche. Per il prefetto Palomba, "bisogna riformare". E aggiunge: "Non c'è solo la componente politica, ci sono dipendenti che hanno collegamenti e interessi

Il prefetto di Napoli, Claudio Palomba

Il prefetto di Napoli, Claudio Palomba

Napoli, 13 aprile 2022 – Camorra, infiltrazioni nella politica sempre più radicati: otto i Comuni del Napoletano sotto l’osservazione dell’Antimafia. Solo negli ultimi mesi, sei municipi sono a rischio scioglimento, mentre altri tre sono già stati commissariati. “Tutto questo deve far riflettere, il fenomeno è davvero preoccupante". A tracciare il quadro della situazione è il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, che oggi ha parlato del fenomeno del legame tra camorra e politica davanti alla Commissione parlamentare antimafia che, riunitasi nella Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto a Roma, ha effettuato la sua audizione.

“Nell'arco di cinque mesi – ha detto il prefetto Palomba – ho già proposto tre scioglimenti per infiltrazioni mafiose ex art 143: Castellammare, San Giuseppe Vesuviano e Torre Annunziata. E non sono comuni piccoli. Sono già sciolti Marano (al quarto scioglimento), Sant'Antimo e Villaricca, sono sotto osservazione altri tre comuni. Per due di questi probabilmente chiederemo poteri di accesso”. Sul tema dei sindaci collusi con la criminalità organizzata, Palomba spiega che "in alcuni casi ci troviamo davanti a soggetti incandidabili" perché raggiunti da "sentenze di un certo rilievo, dove viene chiaramente acclarato il collegamento univoco diretto o indiretto dell'amministrazione".

Dipendenti comunali collusi

"Il sistema del 143 va totalmente rivisto – afferma il prefetto di Napoli –. Non c'è solo la componente politica, nella dirigenza dei comuni ci sono dipendenti che permangono anche 10-20 anni e hanno collegamenti e interessi loro. Se noi sciogliamo il Comune, ma non diamo poteri e risorse più penetranti alle Commissioni, il sistema non funziona. Come a Villaricca che in 11 anni il Comune è stato sciolto tre volte".

Per le delicate aree di Arzano e Caivano, Palomba cerca delle contromisure per sopperire alla totale mancanza di videosorveglianza. "Le criticità di Arzano, uscito da poco dall'amministrazione straordinaria – entra nel dettaglio il prefetto – sono ben note a tutti. Non da ultimo le minacce al comandante della Polizia Municipale (Biagio Chiariello, ndr) a cui ho fornito tutela di quarto livello”. Ma non solo. “I clan sono radicati sul territorio – prosegue – e conosciuti. Noi abbiamo fatto un Comitato e, dato che sono assertore che la sicurezza va coniugata anche con i privati, abbiamo coinvolto associazioni e imprenditori. Ad Arzano ci sono investimenti produttivi di altissimo livello e gli imprenditori hanno dato disponibilità, anche economica, a contribuire alla videosorveglianza e al decoro urbano".

Napoletano, degrado sociale da arginare

Sempre riguardo all'area metropolitana di Napoli, Palomba cita "il 60% di dispersione scolastica nel rione Salicelle di Afragola" e, oltre a invocare l'istituzione di "osservatori sul territorio" (in collaborazione con il sindaco Manfredi e l'arcivescovo Battaglia, ndr), sottolinea il bisogno che questi luoghi hanno "di assistenti sociali oltre che di forze dell'ordine". Parlando della movida sfrenata, il prefetto sostiene che ci si debba sforzare per offrire "forme di divertimento alternativo".

"Oggi – spiega – l'unico divertimento è lo sballo, l'uscire all'una di notte". Ecco una proposta: "Aprire i musei di sera e affidarli a cooperative di ragazzi, responsabilizziamo i giovani. Abbiamo visto, anche alla Sanità dove è venuto il presidente del Consiglio Draghi, che l'associazionismo è di altissimo livello. Manca solamente qualcosa per mettere tutto in rete".

Cancellare i simboli del crimine dalle città

“Coprire murales e altarini con immagini di Falcone e Borsellino" è invece la proposta di legalità del prefetto per affrontare il tema del simbolismo criminale con le tante immagini, diffuse in città, che portano richiami alla camorra. "Stiamo intervenendo sulle occupazioni abusive da parte di appartenenti alle organizzazioni criminali", afferma infine Palomba che parla di "45 episodi a Napoli", come le 11 edicole votive dedicate ai boss sequestrati a Napoli nei mesi scorsi.

"La normativa ci impone di analizzare le situazioni di fragilità e, per questo motivo, i clan fanno occupare le case da donne incinte e bambini. Per combattere il fenomeno ci vuole un lavoro corale", spiega il prefetto per il quale non si possono usare le mezze misure: "Se gli occupanti sono proprietari di altre appartamenti, vanno immediatamente in altri appartamenti. Altrimenti, le situazioni di fragilità saranno tutelate, ma gli appartamenti comunque verranno subito liberati".