Mercoledì 24 Aprile 2024

Clan Moccia, nuovo colpo ai boss napoletani: sequestri per 6,5 milioni di euro

Il Tribunale di Napoli ha emesso due provedimenti a carico di Antonio Lucci, boss legato alla famiglia Moccia, e il genero Giorgio Tranchino, intermediario per il territorio di Casoria.

Il Parco Verde di Caivano, terra di camorra

Il Parco Verde di Caivano, terra di camorra

Napoli, 22 aprile 2022 – Sequestrati 6,5 milioni di euro a due uomini della camorra napoletana, legati ai gruppi criminali di Secondigliano e alla potente organizzazione camorristica del clan Moccia, radicato ad Afragola ed egemone nei comuni della provincia a nord di Napoli. Dopo il maxi blitz che nei giorni ha portato all’arresto di 57 persone tra politici, imprenditori e capi della famiglia Moccia, oggi il Tribunale di Napoli ha emesso due decreti di sequestro di beni, finalizzati alla confisca, nei confronti del 57enne Antonio Lucci e il 40enne Giorgio Tranchino.

Il grosso delle somme, più di 6 milioni di euro, appartengono al potente boss Lucci, suocero di Tranchino, al quale sono stati invece sequestrati soldi e un appartamento per 340mila euro, beni cointestati anche alla moglie.

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Lucci e Tranchino: chi sono

Antonio Lucci, attualmente in regime di detenzione domiciliare, è stato a capo di un gruppo criminale con origine nel quartiere cittadino di Secondigliano, ma inserito nell’organizzazione piramidale dei Moccia. In tale veste, si è reso responsabile di usura, estorsione e corruzione delle aste giudiziarie nei comuni di Frattamaggiore, Casoria e Afragola. Il valore del patrimonio sottoposto a sequestro ammonta a circa sei milioni di euro ed è composto da numerosi immobili e imprese nel settore del parcheggio e autorimessa.

Genero di Lucci, Giorgio Tranchino è pregiudicato per associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. È stato sottoposto al regime della detenzione domiciliare, scontando la pena definitiva di 8 anni e 4 mesi di reclusione emessa dalla Corte di Appello di Napoli per la partecipazione alle attività e agli affari del clan Moccia, in particolare quale esponente dell'articolazione territoriale di Casoria.

In ragione anche del vincolo di parentela con il suocero, Antonio Lucci, Tranchino era deputato ad assolvere alla delicata funzione di intermediario tra il gruppo dirigente e le diverse articolazioni territoriali del sodalizio. Il decreto ha disposto il sequestro di beni intestati al Tranchino e alla moglie, avendo le indagini della Polizia Anticrimine di Napoli dimostrato la stridente sperequazione tra ricchezza accumulata ed entità di redditi leciti dichiarati dal nucleo familiare del proposto. Il valore del patrimonio sottoposto a sequestro ammonta a circa 360mila euro ed è composto da un appartamento e sei saldi attivi di rapporti finanziari.

Duro colpo alla camorra: sequestrati 740 milioni in due anni

Il prefetto Francesco Messina, direttore centrale dell’Anticrimine, ribadisce che "i 6,5 milioni di euro in beni di vario tipo, sequestrati su proposta del Questore di Napoli, si sommano agli oltre 740 milioni sequestrati a partire dal 2020 dalla polizia di Stato, in attuazione della strategia di contrasto all'accumulo di patrimoni illeciti portata avanti dalla Direzione Centrale Anticrimine mediante le misure di prevenzione patrimoniali proposte dai Questori, talvolta in forma congiunta con le Procure competenti".