Cimitero Poggioreale, la rabbia dei parenti: "Nemmeno un telo per coprire i nostri morti"

Stamattina una ventina di familiari hanno protestato vicino al punto della frana. Il crollo sarebbe dovuto a un cedimento strutturale. L'assessore Santagata: "Nessuna correlazione con i lavori della metropolitana", come invece era accaduto a gennaio

Napoli, 18 ottobre 2022 – "Questo cimitero non l'ha fatto cadere la guerra, non l'ha fatto cadere il terremoto, è arrivata la metropolitana e sta facendo crollare tutto”. È iniziata così la protesta dei familiari dei defunti coinvolti nel nuovo crollo al cimitero di Poggioreale, dove ieri è franata la facciata della Congregazione della Resurrezione, travolgendo le bare. Decine di feretri sono ancora sospesi nel vuoto, mentre altri sono rimasti scoperchiate e molte salme sono purtroppo visibili. 

Il crollo – avvenuto alle 14.03 di ieri, lunedì 17 ottobre – stato preceduto da un boato secco. Le telecamere, poste su un lato dell'area interessata, hanno registrato una fitta nube di polvere. Oggi c’è stato prima un tavolo tecnico con il prefetto – alla presenza del sindaco, del vigili del fuoco e dell'Asl - e poi un sopralluogo al cimitero. La Cappella risale all'800, e, secondo i vigili del fuoco, ha avuto un cedimento strutturale: non c'entrerebbero gli scavi della metropolitana, come invece era accaduto a gennaio. Oggi il camposanto è chiuso per ordine del Comune.

Sommario:

La nuova frana del cimitero monumentale di Napoli
La nuova frana del cimitero monumentale di Napoli

La rabbia delle famiglie

Stamattina decine di persone hanno affollato i cancelli di Poggioreale – oggi chiuso per ordine del Comune – tutti volevano “cercare” i propri cari tra le macerie dell’edificio “Gesù Risorto 1”, così come lo chiamano i napoletani. "Io qui ho mia moglie, i miei genitori e i parenti di mia moglie. L'unica fortuna che ho avuto – racconta un uomo – è che i miei cari non sono precipitati giù. Guardando da qua ho l'impressione che si siano salvati e non siano tra le bare sospese in aria. Però bisogna sempre sperare che la parete regga altrimenti vanno giù anche loro. Non chiedo niente di particolare, vorrei solo avere la certezza che non ci vogliano nove mesi per ricominciare a vedere i miei cari", dice l’uomo sulla sessantina.

“Nemmeno un telo per coprire i nostri morti”

È il terzo crollo registrato ai monumentale di Napoli, dopo quelli devastanti del 4 e 5 gennaio, che ha sepolto tra le macerie 200 salme, tutt’ora a cielo aperto. “Avevamo chiesto almeno un telo per coprire i nostri morti e non sappiamo nemmeno cosa saranno in grado di recuperare dopo mesi di intemperie”, racconta una donna che ha parenti nella cappella crollata lo scorso gennaio. Increduli e arrabbiati, i familiari sono determinati a ottenere risposte. Gli smottamenti di gennaio sono avvenuti in un'altra area del camposanto, si pensa per motivi legati ai lavori di scavo per una stazione della metropolitana. E per questo ci sono già 20 indagati iscritti nel fascicolo della procura di Napoli.

Santagata: “Non c’entrano i lavori della metropolitana”

“La situazione è diversa rispetto a quella del primo crollo, "perchè sembra che in questo caso non ci sia nessuna correlazione con i lavori della metropolitana”, spiega l'assessore comunale ai Cimiteri, Vincenzo Santagada, al termine del sopralluogo. Vorremmo riaprire a breve, molto prima della ricorrenza dei defunti, ma dobbiamo farlo in sicurezza. In ogni caso abbiamo deciso di estendere l'area delle verifiche che, peraltro, erano già state effettuate durante i sette mesi di monitoraggio precedenti alla riapertura di settembre".

La Cappella risale all'800, e, secondo i vigili del fuoco, ha avuto un cedimento strutturale. L'ente tutore è stata la Regione Campania fino al 2000, sostiene Santagada, ma ora sarebbe in capo a un ente privato non commerciale. A protestare, questa mattina, sono arrivate una ventina di persone, legate in prevalenza da vincoli di parentela con i defunti sepolti nelle due arcicongfraternite coinvolte nei crolli di gennaio. I familiari di quelli ospitati nei loculi della Cappella venuta in parte giù ieri sono ancora increduli e in molti sperano di non ricevere l'avviso che li coinvolge in questo evento, dato che una parte della struttura non ha ceduto.