Mercoledì 24 Aprile 2024

Clan Casalesi, chi è lo spietato boss Gianluca Bidognetti: come diventò capo fazione

Ultimo figlio dello storico capo bastone, il 34enne è al comando della potente famiglia casertana. Le indagini della Dda ricostruiscono la storia delle spietate vendette di famiglia

Napoli, 22 novembre 2022 - Inizia con una pistola puntata alla testa la carriera criminale di Gianluca Bidognetti, il 34enne ultimogenito del capoclan dei Casalesi, Francesco Bidognetti, che questa mattina ha ricevuto nel carcere di Terni, dove è detenuto da anni, un'ordinanza di custodia cautelare - imsieme ad altri affiliati ai Casalesi, 37 gli arresti notificati oggi - perché ritenuto dalla Dda di Napoli il nuovo capo della famiglia malavitosa e tra i vertici della cosca casalese. Nelle intercettazioni della dda di Napoli, si delinea anche la genesi di un agguato - mai realizzato - ideato dello stesso Gianluca per uccidere un altro esponente storico del clan, Emilio Martinelli: a scatenare l'ira del boss è stato il litigio tra il nipote e un altro bambino della famiglia. In manette anche Sandokan, nipote del super boss Schiavone. 

Vendetta ai pentiti

A premergli l'arma contro la tempia, come emerge dal provvedimento firmato dal Gip di Napoli, fu nel 2008, quando aveva appena 20 anni, quel Giuseppe Setola, capo dei killer dei Casalesi, che voleva Gianluca dalla sua parte per fare la guerra ai pentiti, tra cui rientrava la madre di Gianluca, Anna Carrino (madre anche di Teresa e Katia), e ristabilire così il predominio del clan sul territorio. Era l’epoca della “stagione stragista” con 18 morti in pochi mesi, tra cui i ghanesi della strage di Castel Volturno.

Le intercettazioni

A parlare di quel momento, che per Gianluca rappresentò uno “sliding doors”, sono la sorella Teresa Bidognetti e il cugino Giovanni Stabile, entrambi arrestati oggi con Gianluca, intercettati il 28 maggio 2021 dai carabinieri di Aversa mentre sono in casa. “Ai tempi di Setola – racconta Teresa – questi si rivolse a Gianluca e gli disse 'tu una volta sola devi parlare con me...se sei il figlio della pentita o il figlio di Cicciotto?' ... con la pistola in fronte, Giovanni ... a me lo hanno detto le persone che stavano sedute al tavolo là”. Gianluca fece la scelta e con Setola, nel maggio 2008, si recò dalla zia per ucciderla (la donna riuscì a salvarsi), e attuare, nei confronti della madre pentita Anna, la più classica delle vendette trasversali.

Nell'ordinanza è allegata anche una telefonata tra Vincenzo D'Angelo, marito di Teresa Bidognetti – anche lui arrestato – e la suocera Anna Carrino, non indagata, in cui l'uomo, sapendo che la Carrino è pentita, sottolinea che lui non c'entra con le estorsioni del gruppo, ma dalle ambientali nella sua abitazione si comprende invece che è interessato ai proventi realizzati.

Il litigio tra i bambini

Nasce da un litigio tra due bambini della stessa famiglia il progetto di agguato a Emiliano Martinelli – detto il Barone, esponente storico del clan dei Casalesi – ideato da Gianluca Bidognetti, il 34enne ultimogenito del capoclan dei Casalesi Francesco Bidognetti, arrestato stamani insieme alle sorelle Katia e Teresa, ai cognati e ad altre 32 persone per associazione camorristica, estorsione, usura, spaccio di droga, ricettazione. Un agguato che per gli inquirenti sarebbe stato ordinato, ma non eseguito quasi in extremis.

Nell'ordinanza di arresto firmata dalla Gip di Napoli, Isabella Iaselli, si parla del litigio tra il figlio piccolo di Katia e un bimbo figlio di un soggetto imparentato con un altro esponente storico del clan, Emilio Martinelli, in cui il secondo dice al primo: “Siete una famiglia di falliti, non siete più nessuno ... a me a casa mia il più poco tiene quattro ergastoli”. Il figlio di Katia viene anche intercettato dagli investigatori dell'Arma mentre interviene improvvisamente in una discussione tra la zia Teresa Bidognetti e il marito Vincenzo D'Angelo, che verte proprio sul litigio dei bimbi.

Come nasce l’agguato

“Zia ma eh ....perché quando uscirà zio Gianluca cambieranno tante cose secondo me…”, dice il piccolo. Per carabinieri e Dda, Gianluca Bidognetti ordina di uccidere Martinelli. In carcere proprio Gianluca mette in mezzo il discorso durante il colloquio con il cognato Vincenzo D'Angelo. “Ma quello sporco del Barone (soprannome di Emilo Martinelli) che fine ha fatto?”, chiede Gianluca, e D' Angelo risponde: “Chi lo vede ...per piacere non farmi girare lo stomaco”. Gli inquirenti scopriranno che proprio D'Angelo, convinto dalla moglie Teresa, alla fine non ha attuato l'agguato ordinato da Gianluca.