Martedì 23 Aprile 2024

Camorra Napoli, "tassa per le mogli dei carcerati" estorta ai commercianti: 8 arresti

Il gruppo dei Capitoni era legato al Clan Russo e agiva in diverse zone della città. A fermarli, la denuncia dal titolare di una nota catena di panifici napoletani

Estorsione ai commercianti

Estorsione ai commercianti

Napoli, 26 luglio 2022 – Una tassa mensile per le mogli dei carcerati, commercianti costretti a pagare il pizzo in diversi quartieri di Napoli. Gli aguzzini si facevano chiamare “I Capitoni” ed erano un gruppo criminale legato al clan Lo Russo. A incastrarli è stata la denuncia di un noto panettiere napoletano, titolare di diversi negozi tra Napoli e provincia, costretto a pagare 12mila euro nell'arco di un breve lasso di tempo. Oltre alle quote fisse, fino a 7mila euro al mese, anche una sovrattassa di “10 centesimi per ogni chilo di pane venduto”, pena la sua estromissione “dal giro del pane” in favore del clan.

Ma è solo uno degli episodi estorsivi documentati tra i quartieri napoletani di Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella dai carabinieri della Compagnia Vomero, che ieri hanno notificato otto provvedimenti di fermo nei confronti dei presunti “emissari” di un gruppo malavitoso ritenuto dagli inquirenti “una sotto articolazione del clan Lo Russo”.

La tassa: “Troppi carcerati da mantenere”

Da oggi in poi qua comandiamo noi”. Davanti alla minaccia dei Capitoni, per stare tranquillo il noto panettiere è stato costretto a consegnare, a fine mese, 3mila euro “quale tassa” sui suoi guadagni “per contribuire alle mesate (stipendi, ndr) per le mogli dei carcerati”.

Non solo: dopo tre mesi, gli “emissari” si sono rifatti vivi per aumentare la loro “tassa” da 3mila a 5mila euro, perché, hanno spiegato alla vittima, “teniamo troppi carcerati da mantenere”. Alla quota fissa di 5mila euro, inoltre, al commerciante è stato anche chiesto di aggiungere “10 centesimi per ogni chilo di pane venduto”, pena la sua estromissione “dal giro del pane” in favore del clan.

I Capitoni: ecco chi sono

I destinatari dei provvedimenti di fermo sono i più navigati 48enne Salvatore Di Vaio, detto “Totore ò Cavallo” e il 59enne Giovanni Perfetto, detto “ò mostr” (il mostro, ndr), nucleo storico del clan, il 33enne Cosimo Napoleone e altre cinque giovani leve: il 21enne Cesare Duro, il 24enne Alessandro Festa, il 20enne Vincenzo Pagliaro, detto “Vincenzo ò Pagliaro”, il 26enne Fabio Pecoraro e Raffaele Petriccione, 25 anni, detto “Raffaele ò pazz”.

L’estorsione

Al panettiere l'imposizione dell'aumento della “tassa” è stata formulata prima nel corso di un incontro in un bar e poi nell'abitazione di uno degli indagati, Giovanni Perfetto, alla presenza di tre dei destinatari dei provvedimenti di fermo notificati ieri da Carabinieri e Polizia. La vittima il 30 maggio ha consegnato ai suoi strozzini 7mila euro: 1.835 euro per il pane venduto a giugno e, il primo dello stesso mese, un acconto di 3mila euro dei 5mila previsti per il mese in corso, sempre giugno. Nei prossimi giorni è prevista l'udienza di convalida dei fermi, emessi dal pubblico ministero Maria Sepe e dal facente funzioni di procuratore Rosa Volpe.

Tra i reati, anche omicidi

Non solo pizzo: tra i reati ricostruiti dalle indagini delta Dda di Napoli, omicidi e tentati omicidi, oltre alle estorsioni ai danni dei commercianti. È quanto emerge dal provvedimento di fermo – notificato agli otto affiliati del clan dai carabinieri della compagnia Vomero e dalla polizia di stato di Napoli – con la quale la Dda ha “neutralizzato” otto presunti estorsori. Per gli investigatori partenopei il clan Lo Russo è vivo, vegeto e pericoloso.

I destinatari dei provvedimenti sono persone ritenute dalla Procura di Napoli soggetti di elevato spessore criminale, alcune già facenti del noto clan Lo Russo, altre giovani leve. Una delle vittime, vistasi incapace di sostenere una richiesta estorsiva da ben 7mila euro mensili, lo scorso 5 luglio ha presentato una denuncia ai carabinieri della Compagnia Vomero.