Giovedì 18 Aprile 2024

Napoli, boss accusato di aver comprato bimbo per 10 mila euro: al via processo d'appello

La compravendita fu accertata: i 'genitori' e la madre naturale sono già stati condannati, ma Ciro Rinaldi venne assolto. La Procura ha impugnato la sentenza

Neonato

Neonato

Napoli, 20 ottobre 2021 - È iniziato con la richiesta di rinnovare il dibattimento per ascoltare due collaboratori di giustizia, il processo d'appello che a Napoli vede imputato il boss Ciro Rinaldi, accusato di avere acquistato per 10mila euro un bimbo dalla madre naturale di origine rom per donarlo a un presunto affiliato e alla moglie. La coppia, insieme con la madre del piccolo, sono stati già condannati, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, per alterazione di stato: sono stati ritenuti colpevoli di avere modificato i documenti di nascita del bimbo. Rinaldi invece incassò un'assoluzione e l'aggravante camorristica non venne riconosciuta dal gup, malgrado la Dda, Direzione distrettuale Antimafia, ritenesse che il coinvolgimento nella vicenda della 'compravendita' del bimbo da parte del boss, attualmente detenuto al 41bis per duplice omicidio, fosse finalizzato ad accrescere il suo consenso.  Avvocato gay finge paternità. Il bimbo era stato 'comprato' La Procura portò a processo Rinaldi e la coppia (difesi dagli avvocati Raffaele Chiummariello e Salvatore Impradice, legali di Rinaldi anche in secondo grado) oltre che la madre naturale del bambino, basandosi sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Il sostituto procuratore antimafia chiese 12 anni di carcere per il boss che però venne assolto dalla quinta sezione penale del Tribunale di Napoli. La Procura decise di impugnare la decisione e di ricorrere in appello. Camorra, guerra a Ponticelli: 10 agguati e 5 bombe. Battaglia: "Stanno uccidendo Napoli"