Venerdì 19 Aprile 2024

Napoli, baby gang: 5 arresti. La procuratrice minorile Luzenberg: pochi assistenti sociali

Si tratta di minorenni, tra i quali anche due ragazzi già indagati nel suicidio del 13enne Alessandro Cascone. Le parole della procuratrice oggi alla consegna del premio Frunzio sulla delinquenza minorile

Napoli, 17 dicembre 2022 - Aggressioni, rapine, bullismo.  Solo ieri l'indagine dei carabinieri ha portato ad arrestare a Gragnano, nel Napoletano, 5 minorenni, di età compresa tra i 15 e i 18 anni, tra i quali anche due ragazzi già  indagati nell'ambito del procedimento penale legato al suicidio del 13enne Alessandro Cascone lo scorso primo settembre. Il gip per il tribunale dei Minorenni di Napoli ha firmato una misura cautelare di collocamento in comunità. 

I funerali a Gragnano del 13enne Alessandro Cascone
I funerali a Gragnano del 13enne Alessandro Cascone

Tre anni di vessazioni

L'inchiesta è nata proprio nel settembre scorso e ha portato alla luce che un ragazzo di 14 anni di Gragnano aveva subito nel corso degli ultimi tre anni vessazioni continue da parte della baby gang, e i cinque indagati lo hanno anche aggredito quel mese, provocandogli lesioni giudicate guaribili in 10 giorni. Il ragazzino è stato costretto a cambiare scuola nell'anno scolastico in corso, e, quando era ancora in terza media, aveva esternato la volontà di togliersi la vita. Tre dei destinatari della misura cautelare e un quarto minorenne non imputabile poichè ha meno di 14 anni sono poi gli autori di una rapina di un coltellino multiuso ad aprile scorso. Il 14enne, inoltre, ha subito sin dalle scuole elementari numerosi atti di bullismo da parte di un coetaneo, non destinatario dell'odierna misura cautelare poiche' all'epoca dei fatti con meno di 14 anni e quindi non imputabile. L'unico 18enne tra i cinque indagati era minorenne all'epoca dei fatti. 

Luzenberg al Premio Frunzio: "Pochi assistenti sociali"

Più attuali che mai all'indomani degli arresti per 5 minorenni le parole del capo della procura dei minori di Napoli, Maria de Luzenberg, durante la cerimonia di consegna del premio Luigi Frunzio a progetti realizzati da alcuni licei napoletani sul tema 'La delinquenza minorile/giovanile tra città metropolitane e periferie: il modo di contrastarla tramite i valori della giustizia ed il rispetto sociale'".  "Ci servono gli strumenti e lo strumento essenziale sono i servizi sociali. Il Comune di Napoli ne sta assumendo tanti, ma tutto il resto della provincia è un disastro" ha detto Luzenberg. "Ci aiutano molto le associazioni del terzo settore e questo è importante - sottolinea - ben venga il tribunale unico, ma speriamo che si possa passare a un sistema che preveda più soggetti che possano aiutare la giustizia a funzionare". 

Il sindaco Manfredi: "è uno dei problemi della contemporaneità"

Quello delle  baby gang, e dei minori violenti, "è uno dei problemi della contemporaneità e del post pandemia", spiega il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, anche lui alla cerimonia di consegna del premio. "Stiamo facendo in lavoro importante sul tema della dispersione scolastica ed è un'azione complessa che richiede un impegno continuo - rivendica Manfredi - stiamo monitorando il fenomeno e il passaggio successivo sarà fare una clusterizzazione delle varie tipologie di dispersione. In alcuni casi, è legata a situazioni personali, in altri casi si tratta di disagio familiare e sociale. E' necessario intervenire in modo specifico con azioni di sostegno alle famiglie e bisogna avere una metodologia più incisiva con i nostri assistenti sociali incrociando i dati della dispersione con le situazioni familiari".

"Il tema della violenza è presente a Napoli come in tante altre città", ricorda il questore Alessandro Giuliano. "Io non sono appassionato al termine emergenza ma quella della violenza giovanile è socialmente una questione molto presente - sottolinea - credo sia più che giusta l'attenzione nazionale sulla ricerca dei strumenti più appropriati". 

Riello: "Non è più emergenza ma dura da tempo"

"Io ho sempre detto che non dobbiamo parlare più di emergenza, perchè si tratta di una situazione che dura da tempo e con la quale dobbiamo misurarci proprio evitando logiche emergenziali", le parole di Luigi Riello, procuratore generale alla Corte d'Appello di Napoli, a margine della cerimonia. "Il problema giovanile esiste ed è un problema educativo, che riguarda la dispersione scolastica, il degrado delle periferie, e quindi riguarda lo Stato in tante sue componenti - sottolinea il pg - bisogna sradicare la violenza e bisogna far capire a questi ragazzi che cio' che fanno non e' giusto. Dobbiamo farlo con mezzi degni di uno Stato di diritto. A me il concetto 'mettiamoli dentro e buttiamo la chiavè non piace. Parliamo di ragazzi che in gran parte sono incolpevoli personalmente perche' magari vengono da famiglie disastrate. Crescono in quello che io definisco il deserto dei valori". "Dobbiamo essere realistici non si tratta di una situazione che si risolverà in poco tempo e ci vorrà una seria sinergia tra le varie istituzioni e la società per restituire a questi ragazzi il supporto che purtroppo non hanno e non per colpa loro", conclude Riello.