Giovedì 18 Aprile 2024

Camorra, Cassazione conferma l’assoluzione per fratelli e nipoti del boss Michele Zagaria

Antonio e Carmine Zagaria erano accusati di estorsione aggravata nei confronti di un imprenditore Roberto Battaglia finito nella morsa degli usurai

Corte di Cassazione

Corte di Cassazione

Napoli, 8 settembre 2021 - La Corte di Cassazione ha confermato l'assoluzione per Antonio e Carmine Zagaria, fratelli del boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria, che erano accusati di estorsione con l'aggravante mafiosa nei confronti dell'imprenditore di Caiazzo (Caserta) Roberto Battaglia. La seconda sezione della Suprema Corte ha assolto dalla stessa accusa anche Filippo e Francesco Capaldo, nipoti di Michele Zagaria (sono i figli di Beatrice, sorella del boss), Ciro Benenati, Pasquale Fontana e Nicola Diana.

La Cassazione ha dunque confermato quanto disposto dalla Corte di Appello di Napoli e ancora prima, nel 2014, dal gip del Tribunale di Napoli Alessandro Modestino, che in primo grado aveva già dimostrato di non credere alla ricostruzione dell'accusa, ovvero della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, secondo cui Battaglia, finito nella morsa dei debiti usurai, era stato poi costretto a cedere, in seguito alle minacce dei fratelli Zagaria, attrezzature e beni strumentali alla propria attività di imprenditore del settore lattiero-caseario per rientrare dall'esposizione, tanto da fermare l'attività e trasferirsi a Roma. Battaglia per un po’ ebbe anche la scorta, poi gli fu tolta. In un altro processo collegato a quello risoltosi in Cassazione, Ciro Benenati - oggi assolto - è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere per usura con l'aggravante di aver favorito il clan dei Casalesi. Con le sue denunce Battaglia ha dato vita ad altri processi a carico di estorsori del clan - tuttora in primo grado - tra cui Luigi Schiavone, cugino del capo clan Francesco “Sandokan” Schiavone, che fu arrestato in flagranza nel 2008 proprio su denuncia di Battaglia.