Amianto killer: operaio del Napoletano morto per mesotelioma, condanna per Inail

Il 66enne di Torre Annunziata è stato esposto alla fibra killer tra 1978 e 1991. Il Tribunale di Velletri (Roma) ha riconosciuto l'indennizzo da malattia professionale

Amianto

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Roma, 20 settembre 2022 - Giovanni Panariello, operaio di Torre Annunziata (Napoli) è morto all'età di 66 anni a causa di un mesotelioma, tumore che colpisce le pleure e il peritoneo e per cui non c’è guarigione, provocato dall'esposizione all'amianto. Il Tribunale di Velletri (Roma) ha condannato l'Inail a riconoscere l'indennizzo da malattia professionale ai suoi eredi. 

Il risarcimento stabilito per i familiari dell'operaio, soltanto di arretrati, ammonta a circa 110mila euro, compreso il fondo vittime amianto, e una rendita mensile alla vedova di circa 2mila euro al mese. Lo rende noto l'Osservatorio nazionale amianto. Panariello ha lavorato in diverse ditte, tra cui l'Avis di Castellammare di Stabia (Napoli), a contatto con materiale contenente la fibra killer.  In particolare ha svolto attività di commercio e pulizia dei materiali di scarto tra cui la scoibentazione dell'amianto presente nelle carrozze ferroviarie.

La diagnosi nel 2017 

Nel febbraio 2017 è arrivata la terribile diagnosi e l'uomo è morto a 66 anni nel dicembre dello stesso anno, lasciando la moglie Rosaria Francesca, che all'epoca aveva 53 anni, e i figli Rocco, 34 anni, e Rosa, 30 anni.

L'Inail, che aveva riconosciuto all'uomo la malattia professionale, contestava non solo il nesso causale tra il decesso avvenuto per amianto e l'attività lavorativa, ma la stessa esposizione all'asbesto. L'uomo era stato collocato in pensione nel gennaio 2010 usufruendo dei benefici previdenziali di legge per esposizione all'amianto con la certificazione della stessa Inps che ha rilevato "è stata riconosciuta l'esposizione all'amianto per 666 settimane comprese nel periodo dal 11 febbraio 1978 al 16 settembre 1991".  

Indennizzo negato 

Dopo la morte dell'operaio l'ente ha negato l'indennizzo a moglie e figli, i quali si sono affidati legalmente al presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, avvocato Ezio Bonanni, che dichiara: "L'Inail ha negato l'evidenza e le sue stesse conclusioni evitando per l'ennesima volta di riconoscere i diritti degli eredi di una vittima amianto. Un uomo che ha lavorato tutta la vita per poter sostenere la sua famiglia e che si è ammalato proprio di mesotelioma, una patologia gravissima che lo ha portato via in meno di un anno".  

La legge anti amianto

Sono passati trent’anni dall’introduzione in Italia della Legge n. 257 del 1992, che ha bandito tutti i prodotti e i materiali contenenti amianto e ne ha vietato anche l’estrazione, l’importazione, la produzione e la commercializzazione, di amianto si muore ancora. 

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), a livello globale sono più di 100mila i decessi annui per esposizione all’amianto. In Italia se ne attestano in media tra i 2mila e i 3mila. I morti di oggi sono gli ammalati di ieri, persone che sono state a contatto con l’amianto  in passato. Le fibre agiscono in latenza: ci vuole tempo prima che le malattie che provocano si manifestino.