Martedì 23 Aprile 2024

Napoli, fermato il commando degli agguati ai Quartieri Spagnoli: sei arresti

Una faida tra famiglie rivali all'origine degli agguati del 31 marzo e del16 giugno. Due passanti sono stati feriti durante il tentato omicidio del killer di Gennaro Verrano, freddato nel 2017. Fermato anche un 16enne

Rilievi della polizia scientifica (foto di repertorio)

Rilievi della polizia scientifica (foto di repertorio)

Napoli, 7 agosto 2021 – Scontro tra famiglie rivali ai Quartieri Spagnoli, una faida familiare motivata da dissapori per il traffico di droga e alla gestione di una piazza di spaccio. Sarebbe questo il movente dei due agguati avvenuti tra marzo e giugno, quest'ultimo un agguato fallito che ha quasi ucciso due passanti, feriti da proiettili vaganti a vico Tre Regine a Toledo. Sono sei - tra cui un 16enne, ritenuto colui che avrebbe materialmente sparato - le persone fermate stamattina nell'ambito di un'operazione della polizia, accusate di essere il “commando” del clan D'Amico, mandante della sparatoria.

Su delega della Procura Distrettuale Antimafia del Tribunale di Napoli, la polizia ha dato esecuzione a un'ordinanza di applicazione di misure cautelari detentive nei confronti dei cinque, ritenuti gravemente indiziati di tentato omicidio plurimo, detenzione illecita e porto abusivo in luogo pubblico di arma comune da sparo calibro 7.65, aggravati dalla circostanza mafiosa, commessi a Napoli il 16 giugno scorso e di detenzione illecita e porto abusivo di una pistola calibro 9x21, sempre a Napoli il 31 marzo scorso. Inoltre, è stato eseguito un decreto di fermo per gli stessi reati a carico del 16enne coinvolto nei fatti commessi il 16 giugno.

I fatti contestati

Esplosero colpi d'arma da fuoco a scopo intimidatorio nei confronti di una donna, soprannominata “bioche”, la sera dello scorso 31 marzo, e poi, il 16 giugno, fallirono un agguato ma ferirono due ignari operai: il 56enne Enrico De Maio, residente nel quartiere Arenella e finito in ospedale in codice rosso, e il 62enne Vittorio Vaccaro, dei Quartieri Spagnoli, colpito al braccio da un proiettile. I due operai sono stati feriti per sbaglio, i proiettili avrebbero dovuto uccidere un uomo del clan rivale, Francesco Valentinelli, condannato per l'omicidio di Gennaro Verrano, ucciso il 17 novembre 2017 sempre in un agguato nei Quartieri Spagnoli.

È per tutto questo che a Napoli, sono scattati i cinque arresti. Coinvolto, nei fatti di giugno, anche il 16 enne. Secondo quanto accertato dalle indagini della Squadra mobile di Napoli, il tutto è avvenuto nell'ambito di uno scontro violento tra i membri di due famiglie rivali dei Quartieri Spagnoli. Le indagini hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei responsabili.

I festeggiamenti e le intercettazioni

Carmine Nocerino, ritenuto il mandante del raid scattato del 16 giugno, dopo essere stato convocato la sera stessa in Questura, venne rilasciato insieme ad altre due persone che stamattina figurano nella lista dei fermati. E così festeggiò insieme a una parte del gruppo “in mezzo al Rosario”, stappando bottiglie di champagne. Non sapeva però che gli agenti lo tenevano sotto controllo.

Il movente

L'omicidio in pieno giorno di Gennaro Verrano non poteva passare sotto silenzio. Così hanno prima hanno aspettato che la sentenza per l'assassino, Francesco Valentinelli, diventasse definitiva e poi hanno cercato la vendetta a modo loro, come fa la camorra. Questo il retroscena dell'agguato nei Qaurtieri Spagnoli a Napoli che ha portato all'esecuzione oggi dell'ordinanza di custodia cautelare per il “commando”. Tra gli esecutori, Massimiliano Verrano, fratello di Gennaro, ucciso il 17 novembre 2017. Tra gli arresti, oltre al fratello della vittima, anche Giuseppe Basile, Mario Marotta e Carmine Nocerino, figlio di Maria D'Amico detta “fraulella”, sorella della defunta donna boss di Ponticelli Nunzia, che ai Quartieri ha sempre gestito droga e 'pizzo' con appoggi a Ponticelli, quartiere orientale di Napoli. Il 16enne è stato condotto nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei, quattro sono stati portati nel carcere di Poggioreale e il sesto uomo si trova ora ai domiciliari.