Milano, 6 aprile 2018 - Si riapre il dibattito sulle modelle di colore e sulla loro presenza in passerella e sulle copertine dei media internazionali, dopo troppi anni di indifferenza, dimenticanza se non di vero ostracismo. Così per una star come Naomi Campbell che a 47 anni mantiene una bellezza imperiale sono troppe le modelle di colore che ancora stentano a trovare fama e successo. E dire che proprio Naomi è appena tornata da Lagos in Nigeria dove ha partecipato a quella fashion week e ha esplorato le possibilità di aprire un futuro Vogue Africa per conto della casa editrice Condé Nast.
Insomma torna il dibattito sul Black Power e sui confini della bellezza, che ha ripreso slancio anche per il fatto che è diventato direttore di Vogue UK il giornalista nato in Ghana Edward Enninful che potrebbe addirittura prendere presto il posto di Anna Wintour a Vogue America. In questo clima di energia e di profonde riflessioni ecco la copertina di Vogue Italia di questo mese di aprile con l'immagine fresca e bella di Adut Akech, 18 anni, modella di colore nata in un campo profughi di Kamuma al confine tra Kenya e Uganda.
Ora Vogue Italia diretto da Emanuele Farneti (a dieci anni esatti di distanza dal celebre “Black Issue”), dedica nuovamente la copertina a una ragazza africana con una storia molto speciale, Adut Akech è cresciuta in una casa senza corrente elettrica per poi emigrare a Nairobi e infine, a 6 anni, in Australia, poi è diventata infatti la top model del momento. Dopo aver sfilato in esclusiva per Saint Laurent per tre collezioni, e aver preso parte a quattro campagne del brand parigino, Akech ha aperto lo show di Valentino dello scorso 4 marzo ed ha sfilato tra gli altri per Saint Laurent, Prada, Fendi, Versace, Chanel, Miu Miu, Alexander McQueen, Givenchy, Stella McCartney, Sonia Rykiel, Loewe, Marni, Salvatore Ferragamo, MaxMara, Moschino, Burberry, J.W. Anderson, Simone Rocha, Calvin Klein Anna Sui, H&M, Bottega Veneta, cosa che fa di lei la modella protagonista della stagione.
«Tutti meritano libertà e felicità, tutti hanno diritto di cercarla dove vogliono. Ogni volta che sento parlare di barriere, mi si spezza il cuore», dice la modella dalle gambe lunghissime. Akech è infatti nata 18 anni fa nel campo profughi costruito dall’Onu a Kakuma, in Kenya, per accogliere i Sud sudanesi che, come i suoi genitori, scappavano dalla guerra civile. Lì è cresciuta, tra 180 mila persone stipate in uno spazio che ne doveva contenere 70 mila, prima di traslocare a Nairobi, e poi emigrare a 6 anni con i genitori a Adelaide, dall’altra parte dell’Oceano Indiano. Dopo gli studi liceali ora sta facendo economia, naturalmente on line per i continui viaggi che la vita da top model le impone. Adut Akech pensa che il mondo del lusso abbia molta strada da fare verso la piena rappresentazione delle diverse forme di bellezza – «Vedere una donna non bianca di fianco a una confezione di profumo è ancora troppo raro» – e ammette che la sua pelle, «parecchio scura anche per i parametri delle persone di colore», la fa sentire molto osservata quando si trova a Milano: «Ma non mi faccio mai domande sulle intenzioni di quegli sguardi. Cerco di non farmi toccare».