Pitti, l’Università studia i baby-modelli

Un’infanzia ancora da scoprire

Tuc Tuc Label a Pitti Bimbo 2018 (Ansa)

Tuc Tuc Label a Pitti Bimbo 2018 (Ansa)

Firenze, 19 gennaio 2018 - Per il bambino anche l’abbigliamento è un veicolo di significazione di se stesso, e non solo commerciale. I loghi non sono mai interessati a loro, piuttosto ai genitori come fonte di gratificazione e affermazione. Insomma, bambini attori delle proprie scelte. Un mondo complesso e ancora semisconosciuto che ora le Università di Bologna e Parma, con Regione Emilia Romagna e Pitti Immagine, stanno indagando con la ricerca (ancora a metà) “Creando bambini. Discorsi, esperienze e rappresentazioni dell’infanzia nella moda bimbo”, condotta da Caterina Satta, docente di sociologia, e da Rossella Ghigi. Le interviste ai bambini, specie a quelli che fanno i modelli anche per gioco, danno uno spaccato pieno di ironia e serenità. «I bimbi non sono un target passivo per la moda – racconta Satta – Noi adulti dobbiamo cambiare il nostro sguardo sull’infanzia».