Giovedì 18 Aprile 2024

Dior femminista, le modelle sfilano in giacca

A Parigi il messaggio lanciato dalla maison. Il direttore creativo Maria Grazia Chiuri: "Mi sono ispirata al manifesto di Carla Lonzi"

Una modella in passerella per Dior

Una modella in passerella per Dior

Parigi, 26 febbraio 2020 - "I Say I", Io dico Io, Je Dis Je. Le parole di Carla Lonzi, figura carismatica del femminismo italiano, critica d’arte fiorentina che visse intensamente le rivolte ideali degli anni Settanta, sono scritte sulla moneta dorata che brilla sulle sedute del defilé di Dior per il prossimo inverno che di fatto inaugura la fashion week parigina con la forza di un brand che da oltre settanta anni resta un faro di eleganza e di charme. E ancora una volta il direttore creativo donna di Dior, l’italiana e fierissima delle sue radici Maria Grazia Chiuri, alza il velo su un periodo cruciale della liberazione delle donne, nel mondo e in Italia, rendendo la moda ancora una volta territorio di messaggi e di riflessioni, su ieri-oggi-domani visto dalla parte di lei. Lo spazio del defilè alle Tuileries, che grazie a Dior avranno la possibilità di rinascere come giardino del bel vivere, è immenso e ancora di più dilatato dall’installazione del collettivo Claire Fontaine cha ha riempito la sala con un tappeto di fogli di giornale, Le Monde, che fanno da richiamo all’attualità della vita oltre che del fashion. Poi le scritte al neon, tutte in inglese, con tante frasi tratte dai volumi di Carla Lonzi, come "Quando le donne scioperano il mondo si ferma", "Le donne sono la luna che muove le maree", "Consenso", "Siamo tutte donne clitoridee", sotto le quali sfilano le modelle.

"Questa collezione è un diario visivo, ho voluto mettere nello show i riferimenti della mia memoria a quel 1978 cruciale per me, ancora adolescente. Ho rivisto le foto di famiglia e quelle di quegli anni e oggi le ho riviste con occhi diversi. Mi sono ispirata al manifesto femminista di Carla Lonzi per questo defilé e sono felice che il 23 marzo si inaugurerà una mostra, I Say I ispirata al suo pensiero alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, celebrazione della potente affermazione di sé che è stata il femminismo, anche per le relazioni tra donne".

Dunque una collezione Dior autobiografica, con il mood board con le foto di Maria Grazia nell’atelier romano di sua madre, delle donne famose di quegli anni, come Bianca Jagger, Virna Lisi, Monica Vitti, Palma Bucarelli, Mina che prova gli abiti di Mila Shoen, tutte donne che erano eleganti per sé e che non si facevano vestire per business come tante dive di oggi. A loro ha ripensato Chiuri e ai suoi anni belli dove ancora non era sbocciato il suo estro creativo che però le covava nel cuore. Rilegge col suo sentimento il Dizionario di Dior, lo interiorizza con la costruzione di una silhouette grafica, col buon senso di pezzi di un guardaroba destinato a durare, con la gioia di essere riuscita a fare la Tote (la grande shopper iconica del nuovo corso della maison) in velluto prezioso come quello di Roberta di Camerino.

Brillano gli occhi di Maria Grazia che racconta, davanti a un bellissimo tailleur di maglia di lana nero con la giacca Bar calata a punto Milano e la gonna millepieghe, delle sue visite ai produttori di maglieria italiani "che sono un nostro tesoro di manifattura, come quelli nelle Marche". Richiama al buon senso creativo con le mantelle/coperta che finiscono con le frange, coi tailleur pantaloni con leggera svasatura alla caviglia, col fazzoletto-bandana che ricorda l’epopea hippie come la borsa Tolfa che è sempre il tascapane di mille rivoluzioni di testa e di coraggio. Forte il lavoro sui caban in check e in sbiego che riporta al lavoro di Marc Bohan nell’atelier Dior, poi scamiciati, frange in libertà, camicia e cravatta, la gonna a pieghe giudiziosa con gli anfibi da combattente. Musiche di Morricone, brani da Lucio Battisti e nel gran finale tra gli applausi una Mina strepitosa che canta Se telefonando .

Sempre ieri apre la seconda giornata della fashion week parigina Marine Serre, ventottenne tostissima che ha vinto nel 2017 il Premio Lvmh, riservato ai giovani stilisti, e che da allora pedala forte per raggiungere il successo. Dicono di lei che è determinata e che ancora gira in metropolitana. Chissà se dopo questa quinta sfilata lo farà ancora.