Giovedì 18 Aprile 2024

Dior riscopre gli anni '50: la sfilata di Parigi si ispira ai miti femminili

La maison dedica la collezione autunno-inverno 2023 a Catherine Dior, sorella rivoluzionaria del couturier, Edith Piaf e Juliette Gréco: tre donne forti esempio di femminismo ante litteram

Parigi, 28 febbraio 2023 - La voce di Edith Piaf ti arriva dritta al cuore. Come le immense strutture tentacolari di ricami, pizzi, paillettes, file di uncinetto dell’opera d’arte che Joana Vasconcelos, artista che lavora in Portogallo in un laboratorio d’arte molto somigliante a un atelier di moda, che hanno invaso con colori e suggestioni l’immenso tendone per il defilè dell’inverno 2023-2024 innalzato al Jardin des Tuileries come per ogni prêt-à-porter ormai da anni. Un mare di stampa e buyer, ospiti vip come Charlize Theron, Deva Cassel e Maye Musk, dinamica e irrefrenabile mamma dell’uomo più ricco del mondo Elon Musk, per una sfilata che ci ricorderemo per perfezione e capacità di abbinare la storia gloriosa dell’atelier Dior con la visione contemporanea della direttrice creativa Maria Grazia Chiuri, da oltre sei anni alla guida della maison del Gruppo LVMH di Bèrnard Arnault.

Dior autunno-inverno 2023/2024 (Epa/Ansa)
Dior autunno-inverno 2023/2024 (Epa/Ansa)

Sempre più brava Madame Chiuri e sempre più addentro allo spirito e alla poesia del brand, che ha lanciato nel 1947 il New Look tirando fuori le donne dal buio della guerra per restituire loro anche attraverso la moda gioia e speranza. Operazione di cui c’è sempre bisogno, pare dire Maria Grazia Chiuri, che ripercorre quel dopoguerra difficile e resiliente ispirandosi a miti femminili come Catherine Dior, la sorella amatissima del couturier Christian, Edith Piaf e Juliette Gréco, figure straordinarie ed esempio di impegno e di lotta anche per le donne di oggi. Non un’operazione nostalgia, no, piuttosto la voglia di trarre ispirazione da donne forti che hanno dettato legge chi con voce come la Piaf e la Gréco chi con l’impegno nella Resistenza francese, l’orrore dei campi nazisti, l’amore per il fratello couturier e la sua passione per i fiori diventata un lavoro inventato per bisogno. E Miss Dior, nome del primo profumo della maison dedicato proprio a Catherine, riappare sull’immensa passerella negli abiti di una collezione moderna e cristallina indossata da ben 96 modelle. "La mia visione degli anni Cinquanta era molto influenzata dal cinema americano. Invece ho capito che c’è una via francese per quegli anni assai vincente e queste tre donne speciali me l’hanno fatto capire - racconta Maria Grazia Chiuri dopo applausi smisurati - Come vestivano allora le donne che volevano ricominciare a vivere dopo la guerra? Catherine aveva grande influenza sul fratello Christian Dior e lui ripagava affetto dedicandole un abito speciale in ogni sua collezione. La Gréco era un’amica e una cliente e cantava l’esistenzialismo come nessuno. Della Piaf posso solo dire che è stata l’immagine Pop della cultura francese. Per questo ho voluto rendere omaggio a loro e alla loro tenacia e a quegli anni solo apparentemente lontani della rinascita mondiale”.

Ed è un filo della memoria, un sottilissimo filo inox inserito nei tessuti, dal vichy alla duchesse al moirè a regalare un effetto stropicciato alla collezione che si apre con una sinfonia di neri tutti da enciclopedia dello stile.Torna la giacca modello Tulipe ma attualizzata e decostruita, tornano le gonne plissè sotto al ginocchio e quelle a ruota, in vita un nastrino di gros grain che sottolinea la grazia della figura, la giacca Adventure quasi scampanata sul dietro, le fantasie di rose come rilatate e suggenti come nei moirè degli anni Cinquanta per abiti a clessidra. Ricami discreti e mai evidenti, maglieria magnifica e sfumata dal verde al bordò, cappotti sportivi doppiati di inserti logati di piumini, inarrivabile trench. E una carrellata di borse e scarpe tutte desiderabili. C’è il tema del maculato, come sbiadito però, c’è un giacchino di finto coccodrillo nero che è l’omaggio di Chiuri a Yves Saint Laurent quando giovanissimo disegnava per la maison Dior, ci sono le camicette bianche con le stecche incorporate che fanno bustier, per una collezione onirica e reale al tempo stesso. Ancora una volta l’esempio delle donne sta a cuore a Maria Grazia Chiuri, in questo caso tre donne tutta volontà e indipendenza, per un femminile-femminista mai tanto attuale.

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