Martedì 23 Aprile 2024

Elettrica e sexy, così la vuole Saint Laurent

Anthony Vaccarello rivisita la tradizione della casa: "Un risveglio, ispirato agli anni ’90". Kenzo punta sull’energia della natura

Saint Laurent + Kenzo

Saint Laurent + Kenzo

Parigi, 27 febbraio 2020 - Tutta la Parigi del fashion ne parla: geniale Anthony Vaccarello che ha riportato alla gloria il marchio Saint Laurent e che anche per l’ultimo defilé di martedì sera al Trocadero ha mostrano al mondo come si "risveglia" un marchio storico. Ancora un exploit alla maniera di questo creativo che compirà 38 anni a settembre, nato a Bruxelles da genitori italiani, col padre Giuseppe seduto in prima fila emozionato e felice, sempre col cappello in testa, come una volta.

È felice Anthony dopo i tantissimi applausi ed una sfilata azzeccata e sexyssima, con tutto l’eritage del mondo ma col suo tocco giovane, antiborghese, pericolosamente intrigante, a tratti perfino un po’ perverso "SL è sexy! – racconta Vaccarello – Mi hanno ispirato gli anni Novanta, quando l’eleganza SL era troppo borghese e dorata ma sempre un po’ perversa, per ragazze di buona famiglia che uscivano con cattivi ragazzi, di notte, mischiando rigore e vite borderline. Ho voluto ricordare tutto questo con gli occhi di oggi".

Il latex dei pantaloni seconda pelle e dei corsetti lingerie, nudi all’inverosimile ma divini, è il materiale dominante insieme al cachemere delle giacche dalle spalle forti, portate con grinta leggermente all’indietro sulla falcata sicura, le modelle con le mani in tasca e per bijoux sono dei grandi orecchini. Una mescolanza con la fibra degli dei che arriva dalla Mongolia con questo tessuto modernissimo e sulla passerella di SL "scandaloso" perché Vaccarello pensa che questo marchio del mito della moda debba essere "elettrico e mai noioso", come quando Yves fece il guardaroba per la Deneuve in Belle de jour, "lei giovane borghese con un frisson". 

Parata di giacche in tanti colori, di stivali alti fino all’inguine, di leggings di latex o di paillettes brillanti, di body supersensuali sotto cappottoni neri, di camicie di georgette nude-look, di pellicce di volpe e di abiti di velluto rosso rubino, di chemisier finto-bon ton. La nuova borghesia di oggi ha il suo stilista preferito, che conquista i suoi desideri segreti, e può ben sorridere la Ceo di Saint Laurent Francesca Bellettini, che arriva al defilé insieme al presidente del Gruppo Kering, il grande stratega del lusso, Francois Pinault: il 2019 si è chiuso per la maison con un fatturato di 2,04 miliardi di euro con un +17,5% rispetto all’anno prima. I presupposti di ancora un balzo con questa collezione per il prossimo inverno ci sono già tutti. 

Lungo applauso e cori di "Bravo" per Felipe Baptista Oliveira, da luglio scorso nuovo direttore creativo di Kenzo, il marchio fondato nel 1970 da Kenzo Takada in prima fila, olimpico ed elegantissimo, nel giardino dell’istituto dei sordi di Parigi. "Superbe, magnifique", commenta alla fine Mr Takada e dunque approva la scelta di questo portoghese nato nelle Azzorre nel 1975 da parte del Gruppo LVMH che possiede il controllo del brand. Un debutto felice e convincente con una collezione dai colori della natura, col camouflage di rose per parka, grandi cappotti da viaggiatore dei sogni col cappuccio tra coloniale e monacale, un’energia di tuniche per lei e per lui che hanno per protagoniste le tigri dipinte da Julio Pomar, tutto dentro una struttura trasparente che verrà tutta riciclata. 

E riciclo da sempre è la parola magica di Maison Margiela che ha trovato nuova vita, magnifica ed esaltante, sotto la guida stilista di John Galliano. Sorride soddisfatto Renzo Rosso, patron del brand con la sua OTB: "A volte è difficile lavorare con John – dice – ma è grandissimo". Arte nel fashion sempre, tocchi sublimi di trasgressione, fino alla nascita della capsule Ricicla, che rinnova il vintage. 

Forme ampie, imbastiture a vista come ricami, cestini di vimini come borse e calzini smagliati, loden da urlo, paillettes di velluto laserate. Una collezione co-ed, coi ragazzi in pantaloni settecenteschi e cappelli da ranger. Bruno Sialelli che ha preso in mano Lanvin da un pugno di stagioni sfila tra gli arazzi della Manifacture des Gobelins e presenta una gran signora con tanto di volpe biaca come collo del tailleur. Bravo, bravissimo, Alessandro Dell’Acqua alla sua ultima prova per la maison Rochas: "Sono tornato all’assenza di Rochas, con look da giorno molto lussuosi" dice Dell’Acqua con vestiti di frange di poliestere e gonne di pelle a pieghe asimmetriche che si fanno ricordare.