Sofisticate, ironiche, leggere: tutti pazzi per le piume

Da sempre simbolo di fascino indiscreto prima i fasti del glamour, poi gli eccessi del divismo, l’era dei telefoni bianchi e oggi i red carpet dei festival del cinema

Tutti pazzi per le piume, qui una proposta di Giorgio Armani

Tutti pazzi per le piume, qui una proposta di Giorgio Armani

Tutti pazzi per le piume, uno dei primi ‘indumenti’ dell’umanità, simbolo di bellezza e di potere primordiale poi passato nei secoli ai fasti del glamour, fino agli eccessi del divismo, dai tempi dei telefoni bianchi con i boa candidi ai red carpet del Festival del Cinema di Venezia lo scorso settembre con una incantevole Lady Gaga tutta di marabù rosa vestita. D’estate e d’inverno sulle passerelle della moda femminile le piume hanno fatto da padrone come bordura, come accessorio (vedi cerchietti e borsette e a piccoli ciuffi anche sulle scarpe) e addirittura come trucco: Piepaolo Piccioli per Valentino ha lanciato le ciglia di piume sulla passerella dell’haute couture segnando un goal in fatto di seduzione e di sogno, un maquillage strepitoso e ammaliatore.   Nessuno come Duccio Mazzanti, erede della famosa azienda fiorentina Mazzanti Piume, può raccontare di questo revival tutto al femmnile e dei tanti marchi del fashion che bussano alla sua porta. Quest’anno si festeggiano gli 84 anni da quando nonna Natalina ha fondato la ditta. "All’ultimo gala del Met a New York le sorelle Kardashian indossavano abiti di Versace che abbiamo realizzato noi", racconta con orgoglio Duccio Mazzanti che collabora con le maggior maison del lusso internazionale e garantisce che tutte le piume che usa oltre a essere leggerissime arrivano dalla catena alimentare, senza inutili crudeltà sugli animali.   E se Giovanni Boldini a inizi Novecento dipingeva le nobildonne e le fatalone del suo tempo avvolte in sofisticati boa di struzzo ecco che gli stilisti più glam ornano abiti da sera o cappotti con bordi impalpabili di piume. Esempio massimo Giorgio Armani che nell’ultimo Armani Privé che ha sfilato a Parigi ha mandato in passerella una cappa multicolor tenuissima e avvolgente. Stessa passione per la collezione di questo inverno di Loewe disegnato da J.W.Anderson, di Calcaterra, di Arthur Arbesser, di Michael Kors, di Marc Jacobs, di Cèdric Charlier, di Blumarine col tocco inconfondibile di Anna Molinari. "Nelle collezioni Blumarine ho spesso utilizzato le piume in quanto elemento decorativo ed espressione, per eccellenza, di leggerezza e femminilità, con un twist eccentrico e romantico al contempo – racconta – e in particolare nella collezione Autunno-Inverno 2019/2020 le piume impreziosiscono, tono su tono, seducenti abiti in pizzo e chiffon, con trasparenze o cristalli dégradé, donando movimento ed eleganza alle silhouettes".   Non sfugge al richiamo piumato neanche Daniela Calcaterra che aggiunge: "Utilizzo le piume nelle mie collezioni sia SS che FW perché conferiscono ai capi una musicale leggerezza che con altre materie, che siano ricami in filo o effetti pelliccia, non si riuscirebbe ad ottenere".   Impareggiabile per l’alto tasso di seduzione dei suoi abiti Alessandro Dell’Acqua, per il marchio francese Rochas che disegna con successo da alcune stagioni e per il suo N. 21 che piace alle donne in tutto il mondo per la grazia e l’ironia delle sue creazioni. Piume a volontà, spesso colorate come il tessuto del cappotto o dell’abito da ballo. E Simonetta Ravizza guarda alle sue clienti più giovani abbinando jeans e piume bianche.   Gli accessori non fuggono al fascino di questi materiali pieni di fascino: Gherdo Felloni direttore creativo di Roger Vivier orna di piume sandali di raso e borsette da sera, per Valentino le piume sono indispensabili feticci sui suoi sandali a piede nudo e bassi che sulle sneakers (e si possono anche staccare), per Aniye By ecco i sandali rosa petalo col tacco a spillo, per Rochas ecco la tracollina di piume turchesi.