Moda: Google e WWF insieme per calcolare l'impatto ambientale dei brand

Si chiama Global Fibre Impact Explorer ed è uno strumento nato per valutare il rischio e l’impatto ambientale della produzione di tessuti nel campo della moda

I tessuti per la moda sostenibile

I tessuti per la moda sostenibile

Google e il WWF insieme per aiutare il mondo fashion a diventare più sostenibile. La nuova piattaforma digitale è stata messa a punto dal colosso di Mountain View con la collaborazione dell’organizzazione per la conservazione della natura e della no profit Textile Exchange. Si tratta di uno sistema in grado di identificare le fibre a più alto impatto ambientale e così dare alle aziende che operano nella moda uno strumento per produrre capi di abbigliamento più sostenibili.

Come funziona il Global Fibre Impact Explorer

Il nuovo tool pensato e realizzato per il sustainable fashion, combina gli strumenti tecnologici di Google Cloud con l’esperienza sul campo del WWF e ha lo scopo di aiutare i marchi di moda a prendere decisioni sulle catene di approvvigionamento in modo da renderle più sostenibili. Le aziende che utilizzeranno il nuovo Global Fibre Impact Explorer di Google, attraverso la piattaforma digitale Google Earth Engine Explorer (capace di visualizzare e analizzare le immagini satellitari del pianeta), saranno in grado di conoscere nei dettagli i rischi ambientali associati alle materie prime che utilizzano nelle loro catene di produzione.

La produzione di tessuti e l'ambiente

Più nel dettaglio, le aziende della moda, potranno identificare l’impatto sull’ambiente di più di venti tipologie di fibre, sia naturali che sintetiche, catalogate in base alla zona in cui vengono raccolte o prodotte. I tessuti saranno valutati in base a cinque diversi parametri: inquinamento atmosferico, impatto sulle foreste, biodiversità, emissioni di gas e consumo di acqua. I dati raccolti saranno analizzati dal tool di Google che calcolerà il rischio ambientale delle varie fibre, consentendo alle aziende un’analisi approfondita delle loro fonti di approvvigionamento. Uno strumento utile per valutare un percorso verso una produzione più sostenibile e rispettosa della natura.