Venerdì 19 Aprile 2024

La seconda vita degli abiti

Esploriamo il mondo del second hand on line attraverso l'intervista a una giovane insegnante diventata esperta di piattaforme per abbigliamento griffato e autenticato di seconda mano

Martina Forti con un outfit di capi second hand

Martina Forti con un outfit di capi second hand

Il mercato della rivendita di moda assume sempre più importanza non soltanto economica, ma anche nell'ottica della sostenibilità ambientale. Senza dimenticare che spesso i capi griffati, nel tempo, assumono fascino e hanno prezzi più abbordabili rispetto al “nuovo”. Millennials e Generazione Z hanno molto da insegnare al riguardo, diventati, come sono, espertissimi delle piattaforme di second hand. L’usato è senz'altro un modo per consumare moda in modo sostenibile, per divertirsi a ricreare outfit originali e per acquistare a prezzi vantaggiosi. Per scoprire “i segreti” e ricavare qualche consiglio per iniziare a muovere i primi passi nell'ampio e sfaccettato mondo on line del vintage e del second hand abbiamo chiesto a una giovane insegnante bresciana, Martina Forti (@maartinaforti è il suo account sui social), divenuta per passione esperta delle principali piattaforme dedicate alla moda upcycling, di darci qualche dritta.

Cosa significano vintage e moda second hand per te?

Per me significano rinascita. Ho sempre visto il vintage e il second hand come una seconda possibilità. Mi piace poter dare una nuova vita a capi che, per mille motivi, sono stati per anni chiusi in un armadio senza vedere la luce. Avere la possibilità di vederli “rinascere” è davvero meraviglioso.

Quando e come è iniziata la tua passione?

Ho sempre avuto una grandissima passione per la moda ma quella per il vintage/second hand è iniziata 6 anni fa circa. Purtroppo abito in un piccolo paese in provincia di Brescia e nelle mie zone non esistono negozi vintage. Ho provato perciò ad avvicinarmi a questo mondo spulciando su siti e applicazioni che rivendessero capi second-hand a prezzi davvero abbordabili. All’inizio cercavo capi oggettivamente out of my range,ma trattandosi di pezzi second-hand avevano un prezzo più accessibile. Mi si è aperto un mondo! Pezzi che sognavo, di qualità, a un ottimo prezzo: un sogno che si avvera. In più, ciliegina sulla torta, stavo facendo una scelta super sostenibile!

Come si fa a scegliere i “capi giusti” di cui sbarazzarsi e quelli “giusti” da acquistare?

Io, solitamente, scelgo di mettere in vendita capi che per un anno o un anno e mezzo non ho mai utilizzato. E’ inutile tenerli nell’armadio a prendere la polvere, dopo tutti quei mesi chiusi in un cassetto non verranno più riutilizzati! Questo mi porta a pensare molto bene prima di acquistare qualcosa. Se invece utilizzo tutto ciò che ho nell’armadio, scelgo la filosofia del “one in, one out”. Desidero a tutti i costi un capo? Uno dal mio armadio deve uscire. Così facendo non rischio di aver troppa roba ma più o meno lo stesso numero di capi e soprattutto non cado nel tranello dello shopping compulsivo.

Quali sono i siti di riferimento per te, ti va di raccontare la tua esperienza?

La prima app dove ho comprato i miei primissimi pezzi second-hand è stata Depop. Col tempo però ha preso piede una nuova app, attualmente molto conosciuta, ovvero Vinted. Trovo che sia un’app funzionale per chi vuole approcciarsi a questo mondo, per chi non ha la possibilità di recarsi fisicamente in negozi vintage/second hand ma sopratutto per chi vuole essere più sensibile e consapevole all’aspetto ambientale. Inoltre seguo svariati profili IG che settimanalmente pubblicano selezioni pazzesche di capi scovati in vari mercatini. Amo condividere sui social tutte le mie ricerche, fare scounting su Vinted è il mio passatempo preferito.

Ci racconti come funziona concretamente?

Per quanto riguarda Vinted, bisogna semplicemente armarsi di pazienza. L’utilizzo dei filtri e delle parole chiave per descrivere ciò che stiamo cercando aiutano notevolmente nella ricerca. Strano a dirsi, non troveremo sempre tutto quello che stiamo cercando ma la maggior parte delle volte sì.

L’usato è un modo per consumare moda in modo sostenibile, quanto incide questo nella scelta di acquistarlo?

Incide parecchio. C’è bisogno di più consapevolezza. Si compra principalmente vintage perché si è in cerca di occasioni, ma questo non dovrebbe essere il nostro obiettivo primario. Motivati da una scelta principalmente sostenibile ci aiuterà ad avere un punto di vista ponderato: compreremo second hand/vintage per dare un contributo al nostro pianeta limitando così i danni del fast fashion. Sono però obiettiva nel dire che, come in tutte le cose, ci vuole equilibrio perché non è sempre così facile.

Se dovessi “guidare” gli acquisti/vendite altri quali sono i tre consigli che daresti?

Mi piace molto fare delle liste. Mi scrivo tutto ciò che vorrei comprare per poi pensare se mi serve veramente o è solo uno sfizio. Questo, alla base, mi aiuta a capire cosa devo acquistare VERAMENTE e penso possa essere utile per chi, come me, ha la tendenza a lasciarsi andare negli acquisti. Vendere o regalare ciò che non usiamo, ciò che non ci rispecchia, chi lo sa che qualcun altro possa dare nuova vita a quella camicia! Infine avere pazienza. Non troverete tutto e subito, il bello del mondo vintage è anche questo. Cercate bene e senza fretta, ne rimarrete stupiti! Quando poi vi chiederanno dove avete trovato quei pantaloni così cool potrete dire con orgoglio che sono stati frutto di una lunga ricerca. É soddisfacente!