Giovedì 17 Luglio 2025
OLGA MUGNAINI
Moda

La moda invoca l’UE: "Usa fondamentali presto con i negoziati"

"Per chi è nella mia posizione non è scontato trovare sempre toni e contenuti giusti, diciamo equilibrati, nel commentare una...

Nella foto in alto a sinistra, Antonio De Matteis, presidente di Pitti Immagine e Ceo del Gruppo Kiton

Nella foto in alto a sinistra, Antonio De Matteis, presidente di Pitti Immagine e Ceo del Gruppo Kiton

"Per chi è nella mia posizione non è scontato trovare sempre toni e contenuti giusti, diciamo equilibrati, nel commentare una fase congiunturale difficile o le caratteristiche di una trasformazione probabilmente strutturale del mondo in cui opero". Antonio De Matteis, presidente di Pitti Immagine e Ceo del Gruppo Kiton, osserva l’attualità dal punto di vista dell’imprenditore, industriale della moda e da leader di un’organizzazione fieristica che promuove la componente più avanzata di quel settore.

"Sono molto soddisfatto dei risultati del Gruppo Kiton nel 2024 e nei primi mesi del 2025 ed è con tale spirito che lavoreremo in questi giorni a Firenze – afferma –. Perché un appuntamento come Pitti Uomo è il momento in cui tutti si presentano per dare il meglio, anche chi è reduce da un periodo travagliato: non un ottimismo di facciata, bensì determinazione e volontà, fiducia nel mercato e nelle proprie risorse. Quindi, se adesso prendo la responsabilità di parlare a nome di un sistema, non nasconderò gli aspetti negativi ma parlerò anche delle auspicabili vie di superamento di quelle difficoltà".

La prima considerazione è che i primi mesi del 2025 non sono stati favorevoli per l’industria italiana della moda, in un contesto complicato per tutta l’industria manifatturiera nazionale ed europea. I dati Istat per il primo trimestre dell’anno in corso, appena pubblicati, dicono che per l’insieme dei comparti del sistema della moda – tessile, abbigliamento pelle, pelletteria e calzature – il fatturato è calato del 6% rispetto allo stesso periodo del 2024. Per quanto riguarda i mercati internazionali, l’impatto negativo maggiore è venuto soprattutto dai mercati extra Ue e, in particolare l’Asia, dove si è accentuata la contrazione del mercato cinese.

"Riguardo all’Italia – prosegue il presidente di Pitti Immagine –, i dati di vendita dei negozi di abbigliamento e calzature sono rimasti sotto livelli remunerativi, confermando il recente allarme lanciato dalla Confcommercio sul peggioramento del saldo negativo tra negozi che chiudono e nuovi negozi. Le rilevazioni sulle attese dei negozianti mostrano il permanere di una forte incertezza. In questo contesto non è semplice pensare a un ribaltamento della congiuntura prima della stagione invernale 2025-26".

Ma c’è comunque un certo ottimismo: le opportunità per una seconda metà dell’anno più positiva dipendono da alcune condizioni, non impossibili da realizzare, anzi di cui si intravedono già dei segnali. "La prima che indica, ovviamente, attiene alla situazione dei mercati internazionali, dove ’un’attenuazione nella seconda parte del 2025 del clima di incertezza relativo all’indirizzo della politica commerciale statunitense’ – prosegue –, per usare il sobrio linguaggio delle previsioni rilasciate qualche giorno fa dall’Istat, ha una forte probabilità di realizzarsi, come del resto suggerisce la dichiarazione del presidente americano di aver raggiunto l’accordo tra Usa e Cina in un deal che include abbassamento dei dazi in cambio di licenze di esportazione dalla Cina di terre rare. Ora è il turno dell’Europa, dove auspichiamo una posizione pragmatica da parte dei negoziatori dell’Unione, che tenga conto della posizione degli Usa di terzo mercato di sbocco, primo tra i Paesi extra UE, per l’industria italiana della moda".

Resta sullo sfondo il punto interrogativo sull’andamento del mercato interno cinese, che nella graduatoria dei mercati più importanti della moda italiana viene subito dopo gli Stati Uniti. La seconda riguarda il mercato interno dove ormai da diversi mesi il mercato ci presenta una contraddizione ben radicata: "Da un lato occupazione, redditi da lavoro, redditi da capitale e andamento dei mercati di borsa sono stati positivi nel 2024 – conclude – e le previsioni sono positive anche nel 2025; dall’altro i consumi, misurati dalle vendite al dettaglio, sono deboli o cedenti. A spiegare questa contraddizione ci aiuta la recentissima Relazione Annuale della Banca d’Italia, evidenziando come, a fronte di un aumento del reddito disponibile, gli italiani abbiano deciso di spendere meno e risparmiare. Da oggi a Pitti Uomo le collezioni di moda maschile italiane occuperanno la scena internazionale e lo faranno con le loro peculiarità: manifattura impeccabile, creatività, qualità dei prodotti, capacità continua di innovare un patrimonio inesauribile. È ciò che si aspettano i nostri clienti, in tutto il mondo e nelle nostre città".

Olga Mugnaini