Venerdì 19 Aprile 2024

Gucci torna e ridà ossigeno alla creatività

Alessandro Michele, direttore creativo del brand fiorentino, traccia le linee guida che accompagneranno il futuro della griffe e del mondo dello stile dopo l'emergenza

Gucci, la collezione presentata a febbraio a Milano

Gucci, la collezione presentata a febbraio a Milano

Firenze, 7 giugno 2020 - "D’ora in poi ci incontreremo solo due volte l’anno, in primavera e in autunno, nei momenti più vicini alle vendite delle collezioni. Cinque sfilate come ho fatto finora sono troppe, diventano dei riti stanchi, ho deciso di cambiare". La sentenza sul futuro della moda arriva da Alessandro Michele, da gennaio 2015 direttore creativo di Gucci, uomo di idee-cuore-numeri che insieme a Marco Bizzarri, presidente del brand fiorentino nel portafoglio del Gruppo Kering, ha portato l’ultimo fatturato 2019 a sfiorare i 10 miliardi di vendite.

Gucci
Gucci

Alessandro Michele solleva il velo sulla fashion revolution che verrà dopo i mesi del Covid 19, dopo i suoi scritti postati anche su Instagram come “Appunti dal silenzio”: a settembre Gucci non sfilerà, nel calendario di Milano Moda Donna e in nessun’altra occasione perché, sostiene, "ancora non siamo pronti". Gucci potrebbe tornare in passerella a ottobre, forte dei 17mila dipendenti nel mondo e di una storia più che gloriosa nell’eleganza. "I tempi sono stati morti per l’isolamento da pandemia – racconta – ma vivissimi per le idee. La Terra ci ha richiamato all’ordine, non voglio tornare come prima di marzo, dobbiamo ascoltare la Natura con un atto d’amore che ci impegna a ripensare anche il nostro lavoro per la moda. Bisogna ritrovare una luce, questa ripartenza è poetica come i miei primi giorni alla guida della maison Gucci condivisi con Marco Bizzarri".

C’è bisogno di ossigeno creativo per restituire giustizia ai tempi dello stile che sono andati troppo di corsa negli ultimi anni. E Gucci diventa pioniere e timoniere della svolta, "perché l’azienda è la mia cas« e voglio restituirle gioia e felicità". L’intenzione è di trovare un sistema di lavoro diverso per ridare carburante alla creaitività. Rallentare ritmi da sfilata perché "il Made in Italy ora ha bisogno di carezze", rendendo tutto meno frenetico. E non solo perché dopo l’epidemia c’è la crisi nel mondo intero. "Io sono come un operaio del circo – conclude – e lavoro con i leoni e con i trapezisti. Sarà meraviglioso inventare formule nuove per lo stile". Presto, a luglio, Gucci uscirà digitalmente con una storia che Alessandro Michele ha chiamato “Epilogo” che ha già in sé i semi del futuro e avrà ancora una volta per protagonisti i ragazzi e le ragazze dello studio stilistico del brand.